...messaggistica piu' o meno varia...

 

 

 

 

14/01/2023 Messaggio "socialmente utile"


Nel mese di Novembre il Giudice di Pace di Livorno ha emesso una sentenza a mio favore, condannando un personaggio molto noto nel nostro settore particolarmente attivo nella creazione e nella riparazione di materiale elettronico subacqueo, tra cui flash, illuminatori, ecc...ecc...
Questo signore è stato portato in tribunale da me (purtroppo non fisicamente, che soddisfazione mancata non poterlo vedere qui a Livorno!) per avermi venduto materiale difettoso, mai riparato, mai sostituito, senza aver emesso un briciolo di documento fiscale. Credeva che i mille chilometri di distanza che ci separano lo avrebbero tenuto lontano dai guai, pensava che "avrei mollato", ma ha trovato la persona sbagliata.
Tanto per rendere l'idea di come sono vi racconto velocemente un aneddoto: anni fa ho acquistato via internet in Giappone una polo a 29€ e mi é arrivata una fetecchia inguardabile. Tramite PayPal ho attivato la procedura di rimborso, l'ho ottenuta, ma ho dovuto rispedire la maglietta indietro. Spedire in Gippone é complicato e costoso. La spedizione mi è venuta 58€. C'ho rimesso? Si, ma ho vinto. Al venditore non gli ho dato la soddisfazione di avermi visto mollare perché tanto erano solo 29€ e il Gippone è dall'altra parte del mondo! Avrei speso anche 100€, ma quella fetecchia se la doveva riprendere e i 26€ me li doveva ridare!
Io ragiono così.
Torniamo al fatto.
Il signore in questione le sta provando tutte per "allungare il brodo".
Addirittura si è dichiarato nulla tenente, eppure se si apre la sua pagina FB si vede che vende, ripara, produce, si immerge, ... , insomma, sono inciampato nel furbetto di turno. Tutt'altro che un reddito zero!
Nel mese di Febbraio ci sarà un secondo atto in cui verranno sentiti i testimoni dalla mia parte, ciò sancirà la sua sconfitta giudiziale al 110%.
La strada per ottenere il risarcimento è ancora un po' lunga, ma non ho fretta, tanto ha già perso!
Per concludere vi consiglio di fare attenzione al soggetto in questione! Non fate il mio errore, che per risparmiare due o tre centinaia di euro non mi sono rivolto a rivenditori ufficiali e tecnici seri e affidabili che garantiscono in tutto e per tutto la giusta assistenza.

 

 

13/01/2024: AGGIORNAMENTO DALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

IL MIO EUDI

Lo scorso weekend si è conclusa l’edizione 2023 dell’ Eudishow, la fiera della subacquea, per me da istruttore/fotografo amatoriale/subacqueo tecnico/compratore la fiera della disfatta della subacquea.

Siamo all’epilogo.

Gli espositori erano pochi, quelli interessanti (i marchi “potenti”) si contavano sulle dita di una mano. Stand di enti istituzionali miseri, tristi, per nulla  coinvolgenti. L’unico tra loro che si salvava quello del Comsubin, ma solo per l’esposizione di un bellissimo, anche se stravisto,  Siluro a Lenta Corsa color nero e bronzo. Flop anche dei Palombari, per il 90° della fondazione del Corpo mi aspettavo qualcosa di festoso, invece linea piatta.

Da anni l’intero settore è in declino, è l’ Eudi ne è la triste vetrina.

Le didattiche-brevettifici propongono, al fine di rapina, certificazioni assurde e inutili. Nel prossimo futuro verranno rilasciati brevetti tipo “perfect drinking coffee before and after scuba diving” oppure “wearing fins on boat”.

Non parliamo delle linee didattiche tek: per ogni brevetto bisogna aprire un prestito con cessione del quinto.

Manca l’innovazione, gli oggetti  in vendita sono sempre i soliti da anni e anni. Qualche ditta produttrice ogni tanto viene fuori con una “nuova idea”; mi vengono in mente le mute stagne che magari sono costituite da nuovi tessuti elastici e traspiranti (comunque è qualcosa di riproposto), oppure scopiazzamenti vari che vogliono farceli passare come figata dell’ultimo minuto.

Guardando indietro le ultime “invenzioni” sono i rebrather, che hanno già anni e anni alle spalle. Quel mondo è sempre più distante dalla massa; a un mio caro conoscente esperto del settore tempo fa gli sfuggì detto che il reb è “la nicchia della nicchia”.  Io aggiungerei, per i prezzi assurdi che hanno gli apparati, e che non mi si venga a dire che “c’è un buon usato conveniente” perché come minimo si parla sempre almeno di 6000/6500€ (i prezzi delle offerte che mi arrivano tramite i mercatini on line), “la nicchia della nicchia nella nicchia inarrivabile”. E’ IMPROPONIBILE anche solo promuovere l’inizio di un iter didattico con un rebreather.

I tempi degli acquisti all’Eudi con “listino prezzi fiera” sono un remoto ricordo. L’evento subacqueo principe sul territorio nazionale è  un mercatone dove si deve fare il giro delle sette chiese per cercare il prezzo più vantaggioso tra quelli svantaggiosi.  Se una clamp per braccetti flessibili su internet la pago 35€, perché la solita clamp lì è in vendita a 42€?  Per non parlare delle fantastiche iniziative di qualcuno, che ha   pubblicizzato sul proprio sito il listino sconto fiera fruibile solo… il venerdì! Che genio del marketing! Il venerdì, quando non ci va nessuno perché il mondo intero lavora o deve combattere con scuole dei figli, sport dei figli, babysitter, ecc..ecc..ecc…

Proseguo? Un paio di pinne jetfin? 165€. CENTOSESSANTACIQUE EURO! Maschera e pinne 200€! 200!!!!!

Pura follia.

Un’attrezzatura completa ricreativa? Viene non meno di 1500€! Ma come si fa a convincere con questi prezzi un neo-brevettato all’acquisto,  dopo che ha  speso  centinaia e centinaia di euro solo per avviare l’iter didattico?

Alcuni miei allievi li ho raccomandati! E’ l’unico modo per far risparmiare qualcosa a qualcuno, ma non è regolare così, non deve funzionare così.

Signori venditori/produttori, siete voi che state mandando gambe all’aria il settore.

E poi, vogliamo parlare dell’incompetenza professionale? Mi sono recato allo stand di uno grosso, forse era il più grosso, con una marea di bellissima roba in esposizione; bene, dovevo acquistare dei kit di revisione di primo stadio, il titolare, nemmeno un ragazzoto “x” preso e messo lì, mi ha detto “devi darmi il codice dell’articolo sennò non riesco a dartelo”. A questa affermazione sono rimasto pietrificato, non sapevo cosa dire dalla vergogna per lui. Li ci stava bene un bel “ma cosa sei venuto a fare con sto carrozzone da circo?!”.

Da orticaria.

Detto ciò, le note positive? Beh sicuramente ho incontrato persone a cui voglio bene, che stimo e che mi stimano, con le quali c’è sempre scambio e non mancano mai nel farmi sentire un cliente apprezzato, siano essi titolari di punti vendita, tecnici di compressori o titolari di diving. Questo a me basta, ma  è il mio piccolo.

Non ho assistito agli interventi sui palchi e alle esposizioni varie. Sicuramente gli amici e i grandi professionisti della fotografia, della medicina iperbarica e delle immersioni estreme che erano in scaletta, avranno presentato situazioni sicuramente interessantissime, ma ciò non mi distoglie dall’idea che stavo maturando da anni  di cui ho avuto la triste  prova del nove quest’anno.

 

 

10/09/2023: immersione in trimix ipossico sul fantastico relitto dell'U-boot 455! Quota raggiunta -116. Caricato video nell'apposita sezione intitolato U455. Consigliata la visione in 4k con volume non troppo alto a causa della pessima codifica dell'audio. Si ringrazia calorosamente lo staff del Centro  Sub Tigullio per il sempre più che eccellente supporto logistico.

 

 

22/08/2023: Aggiornamento sito, inserite nuove foto nelle gallerie fotografiche! Buona visione.

 

 

21/08/2023: A Settembre riprenderanno i corsi! Solo bevetti ARA, ARA ESTENSIONE, brevetti di specialità. Ricordo che i corsi BASE vengono svolti esclusivamente a Maggio e Giugno.

 

 

20/08/2023: grande o piccolo, calmo o nervoso, rimani il mio animale preferito!

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16/08/2023: tavolozza d'autore!

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16/08/2023: spesso la felicità sta nelle cose più semplici!

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27/07/2023 AGGIORNAMENTO GALLERIA FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

13/06/2023 AGGIORNAMENTO GALLERIA VIDEO SOLITARYDIVER

Nuovo video pubblicato! "I Picchi di Sandro". l'immersione più della delle Formiche di Grosseto.

Si consiglia la visione in 4k.

 

 

08/05/2023 AGGIORNAMENTO GALLERIA VIDEO SOLITARYDIVER

Ed eccomi tornato al pezzo sui video, finalmente! Aggiornata la galleria con il video CALABRIA. Si consiglia la visione in 4k.

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31/12/2022 ANNUNCIO DI VEDITA

Vendo per inutilizzo il seguente materiale:

- sacco a ferro di cavallo 25kg di spinta marca DTD modello Stream25. E' molto ben tenuto ed è stato totalmente manutenzionato in ogni sua parte. Il rivestimento esterno in cordura 2000 denari garantisce robustezza e resistenza impareggiabili. Il gomito a 90° del corrugato sul sacco è rinforzato con un'asola in cordura cucita;

- schienalino standard in acciaio satinato Heser da 3mm con asole senza lo spigolo vivo, peso 2.4kg;

- tasca portapallone da schienalino marca DirZone completa di relativa bulloneria;

Prezzo di listino sacco DTD Stream25 330€, prezzo richiesto 200€.

Prezzo di listino schienalino Heser 216€, prezzo richiesto 90€.

Prezzo di listino tasca portapallone 45€, prezzo richiesto 10€.

Prezzo totale di vendita esclusivamente in blocco 300€, spese di spedizione a carico dell'acquirente, consegno a mano su Livorno con pagamento in contanti, in caso di spedizione si richiede bonifico bancario anticipato. Massima serietà garantita. Se interessati contattarmi tramite l'apposita sezione contatti.

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22/12/2022: Essendo sempre alla ricerca dell'oggetto migliore nella mia configurazione, sono, aimè, sempre a spender soldi! Giro continuamente in lungo e in largo la rete per cercare i prezzi più vantaggiosi. Ora come ora mi sto servendo da DiveZone in Polonia. Ha prezzi bassissimi e il servizio clienti è molto valido. Le spese di spedizione sono un pelino alte rispetto alla media, ma dopo una certa cifra la spedizione è gratuita. Ottimo riferimento per gli acquisti da cifre alte!

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22/12/2022 Finalmente dopo un bel po' sono tornato allo scatto in macro. A Calafuria in macro non sbagli mai!  

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GAS BLENDER TOOLKIT 03/11/2022

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Vi segnalo questa bellissima app destinata agli smanettoni del gas blending! E' un software completo e comodo da utilizzare, dal costo irrisorio di 3,99€. Ammetto però che in parallelo continuo a utilizzare Pastoblend della buon'anima Antonio Pastorelli, app eccezionalmente precisa, semplicissima e terribilmente intuitiva, che ti mostra istantaneamente come varia la miscela alla variazione di un singolo bar di uno dei gas. Fantastica, si trova l'apk a giro per il web. 

 

 

RIFLESSIONE DEL 06/09/2022

Ogni volta che vado in acqua non risco a non incontrare istruttoroni o tekknikoni che fanno venire i brividi per cosa fanno uscire dalla loro bocca in ambito subacqueo o per ciò che fanno in pratica. Da anni ormai la subacquea ludico/sportiva è diventata una porcheria commerciale e un brevettificio che sta causando la sua stessa caduta. Non ci sono nuove leve, ci sono sempre meno istruttori capaci, non c'è innovazione tranne che per il mondo REB, il quale ritengo si sia un attimino arenato ma che rimane sempre e comunque una nicchia nella nicchia. Detto ciò, in questa situazione di costante declino c'è comunque ancora tanta gente appassionata che sa il fatto suo, che lavora bene e che è particolamente dodata sia nello stare in acqua, che nel praticare attività didattica; purtoppo però ci sono anche tanti individui che per moda, per cercare di scoprire nuovamente l'acqua calda, per inventarsi chissà cosa per attirare l'attenzione su di se o meglio sulla loro didattica, prende posizioni che io reputo ridicole, e mi riferisco a chi mette in discussione il lavoro della scienza iperbarica. Incollo quindi il testo da cui sono partite le considerzioni e di un paio di miei interventi a difesa degli "addetti ai lavori col camice bianco", buona lettura.

(1) L'ennesima conferma che le chiacchiere stanno a zero, foto tratta da un post del Dott. Longobardi.
Una voce conta, quella della scienza. Ricercatori che con il loro lavoro scoprono, confermano e ottengono risultati. Tutto il resto, metodi più o meno "right", mnemocose, interpretazioni più o meno grossolane, correnti di pensiero, dottrine e didattiche, fuffa...pura e semplice FUFFA!

(2) Signori una cosa è certa, lo studio e lo sviluppo della → teoria ← della decompressione è in continua evoluzione, come la tecnologia. Lo vediamo ogni giorno con “il digitale” che è diventato parte integrante/vitale del quotidiano di ciascuno di noi.
Probabilmente vista la complessità e la vastità dell'argomento non possiamo/riusciamo nemmeno ad avere elementi certi e aggiornati su cui fare le nostre chiacchierate. Essendo la videoconferenza del Dott. Longobardi abbastanza recente, forse si parla di tabelle che ancora a noi comuni mortali devono arrivare o che forse non arriveranno mai perché non è previsto che siano parte integrante dei software decompressivi o dei computer destinati al commercio di libera vendita. Fatto sta che, ricollegandomi al mio intervento della “FUFFA”, ciò che ci viene proposto dagli addetti ai lavori col camice bianco, piacciano o non piacciano, simpatici o antipatici, →nell'incertezza← dell'argomento è ciò di più certo che abbiamo. E' inutile girarci intorno. Dopo decenni e decenni di calcoli su più modelli matematici, dati reali raccolti a seguito di sintomatologie lievi/gravi/meno gravi e morti, sono loro che hanno prodotto di più. E, per concludere e dare qualche risposta a “qualcuno”, trovo ridicolo che certi studi vengano denigrati con interventi in cui si mette a confronto un subacqueo che è in condizione fisica di immergersi con un 100/100 con un subacqueo ottantenne, oppure che si ponga il quesito di “come mai le tabelle non prendono in considerazione un'immersione a -12m di tre ore”. E ho detto tutto, per me fine. Un bacio.

 

 

08/08/2022 AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornate le gallerie sotografiche subacquee.

 

 

06/07/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornate le gallerie fotografiche subacquee.

 

 

21/05/2022 IMMERSIONE SUL PIROSCAFO RAVENNA

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Piroscafo Ravenna, missione compiuta!
Nella foto si vede il carico di balle di cotone che giace lì da 105 anni!!
Nonostante le condizioni meteo proibitive e inaspettate ce l’abbiamo fatta.
A causa di vento, onde e corrente, che hanno condizionato la scelta dell’imbarcazione, sono raddoppiati i tempi di navigazione per il raggiungimento del relitto.
Davide Mottola titolare del Nautilus Diving Center di S. Stefano al mare a cui ci siamo appoggiati, ha gestito la situazione in maniera impeccabile.
E’ riuscito ad ancorare sul fianco del relitto lanciando più di 100m di cima con una corrente tale che non era contrastabile solo con le pinne.
Non solo, prima dell’immersione è sceso personalmente per verificare lo stato dell’ormeggio e con l’aiuto di Federico, facente parte del suo staff, ci ha assicurato il totale supporto in immersione durante la decompressione.
Immersione tosta.
La discesa è stata fatta di braccia lungo la cima dell’ancora. Io e il mio buddy ci saremo tirati almeno 150m di cima, era stato dato parecchio imbando per garantire una presa dell'ancora maggiore e la cima stava a 45°.
Sul relitto fortunatamente la situazione era di calma assoluta. Buio si, ma che spettacolo!
Sembrava di essere su un reef, altro che relitto.
Gorgonie mastodontiche e alberi veri e propri di corallo nero rendevano lo spettacolo unico.
Sulla barca grande compagnia: con il buon Luigi Bagnasco e il suo buddy siamo stati ore e ore a totterare su materiali, procedure, immersioni, pippe mentali, ecc..ecc…ecc.., e la giornata c’è volata! Nota dolente e particolarmente irritante: dopo un minuto dal raggiungimento del relitto l’illuminatore dx si è spento, per la seconda volta e dopo due riparazioni, no comment, è meglio.
Ho dovuto riprendere con un solo faretto posizionato verticalmente illuminando terribilmente la sospensione.
2/3 delle riprese sono state aimè cestinati.
Quel poco di girato che ho salvato lo pubblicherò a breve.

 

 

RECENSIONE SOTTOMUTA TECLINE 490

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Premessa: sono freddoloso... Negli ultimi anni ho provato i più famosi sottomuta pubblicizzati come ultracaldi, tra cui Halo3D di Fourth Element e Santi BZ400X. Sono stati tutti deludenti e con prezzi di vendita che superano i 400€ la cosa deve far riflettere. Con la spesa di cifre del genere non è accettabile sentire freddo dopo 80' di immersione in mare.

Tecline 490, FINALMENTE un sottomuta che fa il suo sporco lavoro!

Acquistato dal Barnini su Dir-Store alla cifra irrisoria di 207€ ivato e spedito, il Tecline 490 oltre ad essere eccezionalmente coibentante è molto ben rifinito e terribilmente robusto. Non starò a descrivere le caratteristiche tecniche facendo un copia incolla della scheda tecnica del prodotto, potete andare a leggervele sul relativo sito, ma vengo al dunque elencando i motivi per cui consiglio l'acquisto. 

1) materiali: la fodera esterna non è inesistente e ultrafine come quella del Santi BZ400X, che dopo qualche centinaio di immersioni ti si strappa tra le mani mentre ti vesti. Il tessuto è sintetico e rinforzato nei punti più soggetti a usura. Le cuciture sono robiste, le bretelle sono larghe e con una forte ritenzione.  La parte inferiore delle gambe ha degli inserti che ricordano delle ghette; qui l'esterno è rinforzato con materiale più spesso e con più cuciture verticali. La chicca delle chicche sono i polsini ,  sono grandi e in neoprene, scaldano la parte dell'avambraccio che viene contatto con il polso della muta stagna se in fase di vestizione la manica tente a salire. Vanno rimboccati e la sensazione di calore è assicurata. Lungo l'avambraccio l'imbottitura è antiallagamento. La prima volta che l'ho usato avevo montato male le ghiere dei guanti stagni, mi sono immerso con quelli da 3mm in neoprene e avevo infiltrazioni a tutti e due i polsi. Non ho avuto freddo, non sentivo bagnato. Ovviamente le mani non erano calde ma la sensazione nel complesso non era sgradevole e dalle mani il freddo non si irradiava alle braccia. Pur essendo di grammatura 490 non ho trovato variazioni nella regolazione dell'assetto, su questo è identico al BZ400X. Con il mono da 15 e il D8.5 uso 4kg in cintura e 4kg sulle bottiglie. Con il D10 2kg in cintura e 4 sulle bottiglie. Con il D15 zero kg in più. Con le decompressive la pesata rimane invariata.

2) Vestibilità: è un piacere averlo addosso. Quando lo si indossa la sensazione è molto piacevole. La parte alta del dorso è un po' abbondante e l'imserto in neoprene presente sui lombari può creare un eccessivo avanzo lungo il busto, ciò richiede un meticoloso attagliamento, ma quando si trova la propria misura è comodissimo da usare. Va provato, io sono 180cm x 88kg, ho dovuto prendere una M (!!).

3) Linea: beh anche l'occhio vuole la sua parte! Le foto che si trovano on line non gli rendono i giusti onori, dal vivo ha una bella linea "da fighetto"...

Conclusioni: consiglio l'acquisto? Assolutamente si: è bello , è figo, è caldo, non costa niente.

 

 

06/03/2022 AGGIORNAMENTO SITO

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Video della sala bielle della superpetroliera Haven. Profondità massima raggiunta all'interno -72m. Il video è disponibile nella pagina Video Solitarydiver.

 

 

25/01/2022 AGGIORNAMENTO SITO

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Video della sezione prodiera del Ginette La Borgne. Peschereccio d'altura requisito dai tedeschi e convertito a cacciasommergibili della flotta UJ22. Buona visione, il video è disponibile nella pagina Video Solitarydiver.

 

 

16/11/2021 AGGIORNAMENTO SITO

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Video della sezione poppiera del relitto Milford Haven di Arenzano disponibile nella sezione Video Subacquei Solitarydiver. E' stata un'immersione non semplice per corrente, visibilità scarsa a tratti, mare grosso, pioggia e vento. Eravamo al limite dell' allerta meteo rossa. Tuttavia c'abbiamo creduto e con il supporto del centro Sub Tigullio, mando un ringraziamento speciale a Dario e a Barbara, abbiamo effettuato un' altra bellissima immersione sulla Signora, la Regina dei relitti del Mediterraneo. Immersione trimix svolta nella batimetrica media dei -60m esclusivamente alle spalle del castello. 

 

24/10/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Video della Cattedrale aggiunto nella sezione Video Solitarydiver

 

 

22/09/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornata la sezione SITUAZIONE METEOROLOGICA con interessanti link

 

 

30/08/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Frame stella gorgone aggiunto nella sezione Video Solitarydiver

 

 

21/07/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornata la sezione Galleria Viideo Solitarydiver con il viedeo Secca della Lanterna

La Ssecca della Lanterna è un sito di immersione che parte dai -70/-75 e arriva a oltre a -90. Si trova a pochissima distanza al traverso dal P.to di Genova. E' una location in cui si trova sempre corrente, per questo è ricchissima di gorgonie. L'immerione che ho effettuato è stata una quadra secca tra i -92 e i -94, con un tempo di fondo di una ventina di minuti; RT complessivo 94'. Purtroppo il pedagno è stato rilasciato sul fondo e non su cappello dove sono presenti gorgonie giganti. La scusa per ripetere l'immersione...

 

31/05/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornata la sezione Galleria Video Solitarydiver

 

 

07/05/2021 AGGIORNAMENTO SITO

Creata pagina Galleria Video Solitarydiver su cui è possibile trovare i link dei video girati da me in HD. Rimane invariata la pagina Galleria Video su cui sono visionabili i video non girati da me. Buona visione e buon divertimento!

 

 

24-04-2021: Ratio i3XM tech+, prima recensione

Avendolo provato solo in immersione a miscela singola scriverò qualcosa di più esaustivo dopo averlo provato in multigas. Ora mi limito ad elencare al volo i fattori che meritano di essere discussi al primo impatto.

PRO

- risposta dei tasti;

- reattività dei comandi a livello software;

- estetica;

- ampiezza del display;

- leggibilità dei dati;

- angolo di visuale;

- personalizzazione colori visualizzazione dati;

- scelta sistema GF o VPM;

- multigas fino a 10 miscele;

- profondità massima 300m;

- funzione analizzatore di O2 integrato (è necessario acquistare un elemento che non viene fornito di serie)

CONTRO

- uno soltanto: LA BATTERIA! LA BATTERIIIIAAAA!!!!! Fa pietà! Un computer tecnico di questo livello non può rimanere col 12% di batteria dopo 210' di immersione a miscela singola, quindi con zero smanettamenti! Ok che l'ho utilizzato con l'illuminazione massima, ma cavolo con l'OSTC2 e l'AV1 (utlizzati alla massima luminosità) per 100 immersioni devo caricarli mediamente quattro volte. Su questo Dive System ha fallito di brutto. Il display si è enorme, ma i caratteri dei dati visualizzati non sono così grandi e tra un dato e l'altro c'è molto spazio.

ELEMENTI SECONDARI:

- bussola elettronica integrata: non so perchè ma non mi hanno mai ispirato fiducia...

- allarme sonoro/vibrazione: l'allarme sonoro non si sente, la vibrazione devo ammettere che il suo sporco lavoro lo fa molto bene! Veramente notevole, ma terribilmente scomoda. Disattivata subito, si attiva all'errore sul centimetro di mantenimento della quota tappa;

- configurabilità con sonda: passo, le sonde per me non hanno il minimo senso di esistenza;

ELEMENTI TOTALMENTE INUTILI:

- le fasi lunari......LE FASI LUNARI!?!?!? Mi sembra di aver capito che questo elemento abbia un senso in ambito militare: peccato che un operatore subacqueo che si trova a dover usare questo strumento con la funzione fasi lunari ci smacchia il giaguaro, perchè GIA' SA in che fase lunare si trova;

- la versione GPS ha anche la funzione...GPS!...che in acqua non funziona. Quindi? Serve a marcare il punto dell'immersione? Serve a marcare il punto presa mare? Lo posso fare con...Maps, Google e penso con altri 7/8 miliardi di applicazioni differenti. E se lo hanno inserito per scopi militari (come mi sembra di aver letto) vi assicuro che viene usato altro, di certo non si usa un ferro da stiro del genere come GPS...

Le cose che apprezzo di più:

- caratteristiche del display;

- reattività dei comandi software;

- visualizzazione del piano decompressivo, una tabella bellissima, ampia, chiara e ordinata.

Cosa cambierei:

- >> la batteria <<

- la disposizioni dei dati sul display;

- l'ordine delle pagine scorribili, la schermata piano decompressivo è la settima, io la renderei selezionabile con un comando a se al tocco di un singolo pulsante, essendo la schermata più importante da visualizzare dopo i dati in real time dell'immersione;

- eliminerei le schermate superflue tipo il grafico di saturazione dei tessuti (utilità pari allo zero!) e le schermate ridondanti in cui appaiono uno o due dati  in più rispetto alla pagina precedente.

Ci vediamo per la recensione finale dopo averlo usato in multigas.

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25-02-2021 T HOUSING per GoPro Hero9 Black

Allarghiamo gli orizzonti al video editing. Come apparato ho scelto la GoPro hero9, grande strumento che non ha bisogno di presentazioni. Come custodia ho scelto T-Housing, a voi il giudizio, buona visione.

 

 

25-02-2021 GOPRO HERO9 BLACK

C'è ben poco da dire, buona visione.

 

 

08-02-2021 SISTEMA SANTI SMART GLOVES

Di recente ho dotato la mia Santi E-Motion+ del sistema di guanti stagni Smart Gloves. Che dire, Santi non si smentisce mai in cura dei dettagli, praticità,  funzionalità.  Il sistema costituito tre  anelli di gomma e due o-ring ha una concezione di assemblaggio tanto banale quanto estremamente comoda. Infatti il sistema è utilizzabile dall'utente senza il minimo aiuto da parte di nessuno. Una volta assemblato il guanto lo si attacca alla manica semplicemente a incastro. A seguire il video descrittivo del sistema, buona visione. 

 

 

DELIBERA DEL CONI IN CUI VIENE UFFICIALIZZATA LA CLASSIFICAZIONE DI "SPORT" PER LE IMMERSIONI SUBACQUEE.  L'IMMERSIONE SUBACQUEA E' SPORT  E PUO' ESSERE SVOLTA IN BASE ALLE RESTRIZIONI LOCALI PER COVID.

 

 

25/09/2020: AGGIORNAMENTO GALLEREI FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

26/08/2020: Sarà forse un caso che tutti gli ultimi incidenti mortali in immersione riguardano persone della fascia d'età tra i 40 e i 50 anni? 

 

26/08/2020 AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

 

 

06/08/2020 AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

 

 

CONVERSIONE COMPRESSORE DA ALIMENTAZIONE A BENZINA AD ALIMENTAZIONE ELETTRICA

Di recente ho fatto eseguire la lavorazione in oggetto su consiglio del responsabile tecnico dell' assistenza Coltri.

Mi è stata fatta questa "propostaccia" che comprendeva: ritiro e riconsegna presso il mio domicilio, sostituzione motore a scoppio con motore elettrico, tagliando completo, tutto a una cifra incredibile...

Inutile dire che la vita mi si è semplificata non poco per la gestione dei fumi di scarico, per il rumore e per la doppia manutenzione.

Il compressore lo faccio girare in una stanza in muratura dedicata, per lo scarico  avevo fatto una prolunga alla marmitta che con un flessibile usciva all'esterno inscatolato in una tubatura da caldaia, e che finiva con un terminale di marmitta di auto, il tutto direzionato in alto nella diagonale opposta all' aspirazione. Un lavorino ben rifinito.

Però tutte le accortezze che avevo preso non bastavano!

C'era un piccolo ritorno che mi faceva saturare la stanzetta con percentuali di CO elevatissime, quindi io dovevo attendere fuori e all'esterno a seconda di come girava il vento dovevo stare attento a non far tirare i fumi. Per niente rilassante, continuamente dovevo tenere gli occhi sugli analizzatori.

All'aspirazione lasciavo due strumenti di misurazione di CO, l'analizzatore Deox SAFE e quello della Greisinger. Quest'ultimo è talmente sensibile che può misurare la quantità di monossido nel sangue (%/m3) dei fumatori da un loro semplice soffio.

A carica terminata eseguivo l'analisi dei gas e in più utilizzavo le cartuccie filtranti con catalizzatore per CO, riuscendo ad avere eccellenti livelli di sicurezza nonostante i..."rischi".

Solo un paio di volte ho dovuto buttare via la ricarica per eccesso di CO nella bombola, le percentuali comunque erano al massimo 12/15ppm, e tutte le altre volte che il monossido non era a 0 comunque rimanevo nei limiti di 3.5ppm di massimo consentito per il gas respirabile in immersione.

Si consideri che un fumatore medio ha 40ppm costanti di CO in circolo nel sangue.

Oltre ad essere inodore, insapore e incolore, questa bestiaccia di sostanza attraversa anche certi tipi di materiali. Io ho constatato con terribile stupore che riesce a passare attraverso la malta refrattaria che si utilizza per i forni a legna e attraverso l'intonaco. Assurdo. Passa istantaneamente sotto porte i finestre, si insinua nella mobilia e nei contenitori chiusi, è pesante, si accumula vs il basso, e in mancanza di ventilazione satura l'ambiente e non si disperde, a volte anche all'aperto (specialmente nelle giornate estive umide quando l'aria è ferma).

Con il motore che mi è stato messo su sono passato da 235litri/min (anche troppi per un utilizzo per singolo) a 165litri/min (più che sufficienti). Il nuovo motore è così silenzioso  che potrei caricare con le finestre e la porta della stanza aperte!

L'anasi dei gas caricati la eseguo comunque; a differenza di quanto pensa la maggiorparte dei subacquei, anche un compressore elettrico può immettere nel loop CO. Basta che una fascia di un cilindro trafili ed ecco che l'olio va a giro, viene combusto e sparato nella bombola. Purtroppo ho constatato questo fenomeno di persona, con un compressore di piccole dimensioni di una casa che non nominerò, che pur essendo perfettamente funzionante COSTANTEMENTE produceva 3.5ppm pur essendo elettrico!

Mi domando cosa abbiamo respirato in tutti questi anni avendo girato un' infinità di diving, e chissà quante volte ci è andata bene...

 

 

 

01/06/2020 CREATA NUOVA PAGINE NELLA SEZIONE GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

-SNOOT-

 

 

CAMBIO MUTA, PASSAGGIO A SANTI EMOTION+

Premessa

Da nuove tutte le stagne sono belle, brillanti,... e "strananamente" stagne! Sia che abbiano un valore di 700/600€ come le più economiche ricreative in neoprene, sia che esse siano le più blasonate come le Santi, le Otter, le DUI,... Dico stranamente stagne perchè è inevitabile che dopo "X" tempo anche una muta da 2.600€ faccia acqua, e diventi, come dice il Maestro Aldo Ferrucci, "quasi stagna". E non perchè il materiale sia di scarsa qualità o la manifattura sia pessima, ma perchè i collanti e i componenti in gomma butilica o neoprene o che ne so, hanno una vita tecnica ben definita. Ovviamente l'usura e la corretta conservazione/manutenzione la fanno da padrone. Trovo avvilente sentir dire come spesso accade da signoroni teknikoni subacqueoni "le Santi fanno schifo, fanno acqua!", "le Qui Quo Qua sono pessime, si allagano!" e via via dicendo, dando spesso solo fiato alla bocca perchè si tiene conto di..."folosofie" dell'andare in acqua legate a certe "combriccole". E' solo questione di tempo signori miei, e qui scopriamo l'acqua calda. La differenza dove sta? Che magari una muta con inserti di materiale innovativo incollati + cuciti + termonastrati a freddo dentro e fuori durerà sicuramente di più di una muta con inserti cuciti e incollati solo all'interno con Aquasure.

Di recente ho declassato la mia Santi Enduro a stagna di riserva ed è passata  titolare una bellissima Santi Emotion+ grigia e nera. Le differente tra i due prodotti sono molte. L' Enduro è grossa, spessa, rigida, pesante, a causa dello strato esterno in cordura, ma comunque garantisce ottima vestibilità. Ha una grammatura di più di 600gr/mq e pesa 5,2kg. Ne ho una in dotazione anche per lavoro, con qualche modifica, e non posso dire che non soddisfi tutti i requisiti che secondo me una muta stagna di un certo costo debba confermare. Ideale per i "cinghiali"! Per chi quando si immerge rischia sfregamenti importanti sul fondo o in ambienti ostruiti. Racchiude tutte le caratteristiche di costruzione sopra elencate che con il collo in neoprene e i polsi in lattice HD (per me) la fanno diventare il top della robustezza (ma non è eterna, negli ultimi tre anni ho dovuto far eseguire manutenzioni abbastanza consistenti per forature e sostituzione rock boots, con una media di 100 immersioni all'anno). C'è poco da chiacchierare sulla Enduro. Non ha infiocchettamenti, è minimalista e semplice. Una muta rozza. La Emotion+ è tutto un altro prodotto, io la chiamo "la muta del sabato sera".

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Racchiude in se la comodità e la flessibilità della Emotion mantenendo la robustezza della Elite. La parte superiore e quella frontale superiore dei pantaloni è realizzata con il flessibile e leggero tessuto trilaminato Ripstop da 260 g/m2, mentre il trilaminato da 535 g/m2 della E.Lite è utilizzato per la parte posteriore dei pantaloni, per l'addome e la parte sottostante, i gomiti, il cavallo e la parte inferiore frontale dei pantaloni, in modo da assicurare la massima protezione nelle zone sottoposte a maggior usura. E' compreso in dotazione il sistema  SANTI Smart Seals - anelli morbidi che permettono la sostituzione delle guarnizioni con qualsiasi altro modello si desideri o si abbia a disposizione sul momento. A mio avviso decisamente migliore rispetto ai sistemi ad anelli rigidi che si possono spezzare accidentalmente in qualsiasi momento.

Sono passato alla cerniera in plastica Tzip di ultima generazione. Io sono pro bronzo ma per cambiare e provare nuovi prodotti a sto giro ho optato per la plastica. Più versatile ed economica, anche se non mi fa impazzire la delicatezza dei fine corsa del carrello. La cerniera è installata dalla spalla destra al fianco sinistro ed è più lunga. Questa cosa non la apprezzo, per le mie caratteristiche fisiche è troppo lunga, arrivo a fine corsa da entrambi i lati con difficoltà e devo fare troppa forza in maniera anomala per far scorrere il carrello alla partenza della chiusura. I pantaloni hanno un nuovo taglio, non apprezzo nemmeno questo in quanto a parità di attagliamento vestono più stretti. Con il BZ400X sono al limite dello spazio all'altezza della coscia mentre con la Enduro la vestizione è più comoda. Pesa -1.3kg rispetto alla Enduro. Ha due grandi e robuste tasche cargo drenanti con elastici interni e entrambe le tasche sono dotate di una tasca accessoria per i moschettoni doppialuce. La pattina è rinforzata e semirigida. Viene dato in dotazione un cappuccio con collare realizzato in neoprene morbido da 7 o 9 mm. Il collo è protetto da un collare di neoprene da 3 mm. La valvola di scarico Apeks è ad alto profilo e la  valvola di carico standard è spostata sulla sinx. Viene fornita anche la borsa di trasporto StayDry del valore commerciale di 100/110€, utilizzabile come borsone o zaino.

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Come calzature ho preso la versione con rock boots Santi con chiusura a velcro. Leggeri, minimalisti, un po' troppo stretti sulla pianta per chi ha il piede largo come me, quindi in inverno con le calze in Thynsulate200 si soffre la costrizione. La Emotion+ secondo me rappresenta esteticamente il top sul mercato attuale. E' bella, è cool, è all'avanguardia, i materiali sono eccellenti, la cura dei particolari è manicale. Ci sono anche altre stagne molto belle e di altissimo livello sul mercato, Santi è inarrivabile... A parità di qualità dei materiali i suoi prodotti hanno un'estetica unica. 

 

 

18/04/2020 - CONOSCERE I PHYLLIROE

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[testo in italiano preso dalla pagina FB del naturalista, che apprezzo tantissimo, Marco Colombo. Link completo copiato de www.deepseanews.com, immagine presea dal sito www.deepseanews.com]

Alcuni nudibranchi, chiamati Phylliroe, sono pelagici e mangiano meduse. Si sono evoluti veloci, buoluminescenti e a forma di pesce, e sono fantastici

Per leggere l'articolo completo originale clicca sul link sottostante!

 

 

18/04/2020 - "C'ERA UNA VOLTA"

Video classificatosi 1° nella categoria PRO all' EudiShow 2020.

Grande Marco Primierani per questa vittoria, anche solo per il fatto che non sei un PRO.

Grande lo staff che ti ha supportato, ottimo lavoro di squadra.

Testo molto bello, per niente banale e sviluppato su di una tematica terribilmente importante per questo periodo storico che il nostro pianeta sta affrontando.

Grazie per avermi dedicato un frame in cui si vede che scatto intorno al 15° minuto. 

Continua così, speriamo di riimmergerci insieme quanto prima!

 

05/02/2020: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOSUB

 

 

L'INCREDIBILE INTELLIGENZA DEL POLPO

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Il testo a seguire è opera dello Zoologo Davide Ruffino, foto di proprietà del sottoscritto.

Sebbene l'intelligenza sia un concetto piuttosto astratto e non ne esista una definizione obiettiva universalmente accettata, volendola definire come la capacità di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti e come il complesso di tutte quelle facoltà di tipo cognitivo che concorrono a tale capacità, possiamo affermare che il polpo è incredibilmente intelligente. Se dunque considerassimo il tipo di intelligenza di alcuni vertebrati "superiori" (uomo e grandi primati, cetacei, elefanti, alcuni ordini di uccelli fra cui la famiglia Corvidae e l'ordine Psittaciformes) prendendolo a modello di paragone, il polpo è di gran lunga l'invertebrato più intelligente sulla Terra.
Non si parla solo di Octopus vulgaris, il polpo comune nostrano, ma dei polpi in generale: phylum Mollusca, classe Cephalopoda, ordine Octopoda.
Sono creature davvero fantastiche e sensazionali, incredibilmente sottovalutate e da molti considerate solo "cibo".
Gli scienziati si stanno ancora interrogando sulle ragioni evolutive che hanno portato i polpi a diventare così intelligenti: è davvero sorprendente che nello stesso phylum vengano classificate specie estremamente "distanti" dal punto di vista evolutivo e che a malapena abbiano qualcosa di simile a un cervello. Basti pensare ai bivalvi (Bivalvia - ostriche, mitili, vongole), non propriamente delle cime. Va detto che anche la specie Homo sapiens appartiene allo stesso phylum delle ascidie (subphylum Tunicata), ma questo aiuta a comprendere quanto il taxon dei molluschi sia ampio, variegato e diversificato.
Probabilmente l'intelligenza del polpo si è evoluta anche grazie alla perdita della conchiglia (che in seppie, totani e calamari è ancora presente sottoforma di una struttura rigida vestigiale interna detta impropriamente "osso"), avvenuta gradualmente circa 275 milioni di anni fa. I polpi propriamente detti (Octopoda) si erano differenziati dagli altri molluschi più di 500 milioni di anni fa: probabilmente le basi della loro intelligenza erano già presenti, altrimenti non sarebbero stati in grado di sopravvivere senza una conchiglia protettiva, ma forse questi organismi hanno "accelerato" lo sviluppo delle loro facoltà mentali proprio perchè, in assenza della loro "armatura", hanno dovuto ingegnarsi e sviluppare nuove tattiche di difesa: le capacità di nascondersi, mimetizzarsi, fino a cambiare colore e addirittura imitare -nella forma nel comportamento- altre specie devono essersi sviluppate parallelamente a grandiose facoltà mentali. O forse chissà, è stata proprio la loro intelligenza la causa della perdita della conchiglia, divenuta a un certo punto superflua per una creatura dalle tali capacità.
I polpi sono in grado di assumere forme e colori incredibili a scopo difensivo, arrivando ad assumere l'aspetto di scogli, alghe, pesci e crostacei. Sottoposti ad alcuni esperimenti, si sono rivelati in grado di trovare l'uscita di labirinti, aprire barattoli contenenti prede, stappare bottiglie, agire in conseguenza di ragionamento e astrazione. Si sono dimostrati curiosi di esplorare e in grado di trovare soluzioni sempre nuove ai problemi. Utilizzano sassi, conchiglie, persino rifiuti di origine umana, come rifugio temporaneo e arrivano a ornare gli ingressi delle loro tane di sassolini e pietroline proprio come giardinieri. Non c'è da stupirsi se pensiamo che questi molluschi sembrerebbero avere circa 500 milioni di neuroni e un grande rapporto fra volume del cervello e massa. Stupisce, semmai, che siano animali solitari.
Ma ciò che davvero colpisce è la diversità del polpo rispetto agli altri organismi ritenuti tradizionalmente "intelligenti" (mammiferi e uccelli), poichè appartiene a un gruppo di animali completamente diverso e, ai nostri occhi, sembra quasi una forma di vita aliena.
Insomma, una storia evolutva completamente diversa dalla nostra ma che eppure ha portato a risultati sorprendenti. Ennesima dimostrazione della potenza della vita e delle leggi dell'evoluzione e della sopravvivenza.

 

FULL DAY APNEA ACCADEMY

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Il giorno 17 Ottobre ho avuto modo, per lavoro, di partecipare a uno stage di apnea tenuto dall'istruttore dell'Apnea Accademy di Modena Pierpaolo Martini. Durante questa intensa giornata ho conosciuto sia teoricamente che praticamente importanti protocolli di respirazione. Sono utilizzabili per il condizionamento pre-prestazione, pre-intervento di emergenza, per il controllo dello stress fisico e mentale in situazioni particolarmente logoranti, in cui sono necessari estrema lucidità e autocontrollo, per agire con successo nell'immediato o per garantirsi la resistenza (endurance in attività indoor, outdoor, estrema e non, in acqua e non). Tali protocolli sono frutto dell'esperienza maturata negli anni da "un certo signore" (spero mi passi questa ironia, essendo un suo grandissimo ammiratore) di nome Umberto Pelizzari, il Campione dei Campioni, di cui Pierpaolo è strettissimo collaboratore. Cercherò di non essere prolisso. Tutto ruota intorno alla conoscenza del proprio sistema respiratorio intesa come capacità fisica e mentale di utilizzo del diaframma, dei muscoli toracici e della fascia del basso addome. Piepaolo mi ha insegnato inizialmente a "isolare" tali compartimenti, bovinamente, a utilizzarli uno alla volta, e successivamente in maniera combinata a seconda della mia volontà. Inutile dire che il rilassamento e la concentrazione la fanno da padroni e ci si deve anche un po' credere perchè sennò si rischia di "fraintendere" o di sottovalutare esercizi tanto semplici quanto (come ho constatato di persona) terribilmente efficaci! Successivamente ho provato l'iperventilazione forzata, da eseguire precedentemente (almeno un'ora prima) a una performance, seguito da esercizi di "riscaldamento" dei muscoli respiratori e di "allungamento" della respirazione, set particolarmente indicato per attività di apnea dinamica. Dell'apnea mi è stato insegnato il protocollo di uscita standard che va svolto in emersione. E' una tecnica di respirazione con cui effettuare i primi atti respiratori per annullare il rischio di sincope e per recuperare quasi instantamente a seguito dell'apnea, eliminando in una manciata di secondi la sensazione di fame d'aria e l'affanno, apportando istantaneamente il reintegro di ossigeno nell'organismo. Sono rimasto sbalordito dall'efficacia di questa tecnica. Prima di conoscerla effettuavo l'apnea nella maniera più grezza e pericolosa, come fanno tutti: trattenevo il fiato per poi riemergere espirando completamente con la testa subito fuori dall'acqua o addirittura in fase di emersione. Pierpaolo mi ha spiegato quanto sia pericolosa tale pratica per il crollo potenzialmente catastrofico in una situzione di ipossia (ora mi spiego il perchè di tante morti per sincope degli ultimi anni). Generalmente dopo due vasche di apnea dovevo attendere non poche decine di secondi per riprendermi e spesso dovevo fare i conti con l'emicrania che sopraggiungeva se ripetevo l'esercizio; con questo protocollo a 5"/7" dall'emersione si raggiunge un più che soddisfacente stato di confort con battiti e respirazione decisamente sotto controllo. Con il senno di poi mi considero fortunato visto che da pissolissimo a ora ho praticato l'apnea (spesso tirata) senza incappare nel minimo incidente. La giornata si è conclusa con una particolare serie di esercizi dedicati al controllo e all'efficacia della respirazione in condizioni particolarmente critiche/anomale, come può essere una situazione di compressione toracica, sternale o addominale, in cui ho provato a isolare e a utilizzare a seconda della situazione i soliti compartimenti, in avanti, lateralmente, posteriormente, e a utilizzarli in maniera combinata. Sono stati svolti anche esercizi dedicati a mostrare quanto può essere elastico e forte il diaframma, per concludere lo stage con esercizi di rilassamento molto peace&love che a termine giornata ci stavano proprio tutti! Sono onorato di aver appreso qualcosa delle tecniche del Maestro Pelizzari, é stato emozionante e formativo. Ho avuto possibilità di fare attività con uno dei sui collaboratori diretti, Pierpaolo, un amico, un Maestro che porta gli atleti che segue sul gradino più alto del podio, quello dei campioni del mondo. Un docente estremamente professionale e preparato. Anche se lo stage è durato un solo giorno (molto intenso) è riuscito a fare un gran lavoro. Mi ha aperto la mente su protocolli di cui non conoscevo l'esisteza ma che fanno terribilmente la differenza su tutto quello che è condizionamento fisico e mentale, oro colato per ciò che pratico di estremo nel mio lavoro e nel tempo libero. Questa esperienza mi ha permesso di colmare una lacuna (che sinceramente minimizzavo) sulla mia preparazione. Per me non basta, come avviene nella realtà di oggi, avere l'attrezzatura "da sabato sera", possedere brevetti comprati ed avere come unico impegno per scendere a -100m il dover schiacciare il pulsante di scarico del gav. L'acqua vuole i pesci, un profondista prima di raggiungere le quote di brevetto deve saper nuotare, deve saper gestire tutte le contingenze, deve essere consapevole di avere particolari doti acquatiche e poi può ritenersi un profondista completo. Alla base delle immersioni con autorespiratore c'è l'acquaticità data dall'apnea. Alla base dell'apnea c'è il nuoto. Tutto l'assieme ruota intorno alla prestanza fisica, allo stato di salute, alla conoscenza dei protocolli di sicurezza e alla conoscenza della fisiologia. Come manca uno di questi elementi il cerchio non è chiuso, c'è incompletezza ergo pericolo. Non a caso i più catastrofici incidenti subacquei degli ultimi anni sono da attribuire in percentuale altissima all'errore umano. Sono andato a integrare anche lacune legate alla fisiologia che nessun manuale didattico da istruttore tratta (relative all'annegamento). Ciò lo trovo AGGHIACCIANTE, ancora oggi penso che ci siano degli argomenti tabù. Sicuramente la commercialità dell'andare in acqua degli ultimi 10/20 anni influisce drasticamente. Si snelliscono gli iter didattici, si formano istruttori troppo faciloni e poco competenti per non ingolfare il sistema economico del vendere l'attrezzatura, e poi ogni anno è un bollettino di guerra con morti su morti. 

 

27/09/2019: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

DIR Set R5 Tec2 Tecline, prime impressioni.

Ho di recente acquistato il set in oggetto che è andato a rimpiazzare il set Tek3/XTX50 di Apeks. Devo ammettere che le aspettative erano inferiori a ciò che poi mi è arrivato. Non ho mai posseduto niente a marchio Tecline. A riguardo ho sentito voci non molto positive inerenti all'origine (polacca) e alla produzione (sud-est asiatica) del marchio, ma la cosa non mi ha mai preoccupato: molti componenti del mio equipaggiamento provengono dalla Polonia (Santi, Gralmarine, DTD,...) , sono oggetti di fattura ottima e marchi ineguagliabili. Per il resto, beh...tra un po' anche l'aria che respireremo sarà di produzione cinese, quindi...

Bando alla ciance.

Il venditore: ho acquistato on line dal sito https://www.dir-store.com/, la compravendita è filata liscia e non ci sono stati intoppi. Unica pecca, se devo fare il pignolino, sul sito non era indicato che il set era fuori stock, quindi ho dovuto aspettare 12gg lavorativi contro i 3/5 indicati per la consegna. Per il resto il servizio è stato impeccabile. Le risposte alle email che inviavo venivano mandate quasi instantaneamente e come la merce è stata disponibile nelle 24h successive mi è arrivato tutto a casa, niente da ridire.

Il set: è indicato per l'uso con bibombola con configurazione DIR per le immersioni tecniche. Tuttavia il routing delle fruste è idoneo anche all' uso di rubinetteria Bros su monobombola. E' composto da due primi stadi Tec R5, da due secondi stadi Tec2, da un manometro a cassa spessa cromata lucida, da due moschettoni con le relative cimette per le legature, da quattro fascette a strozzo nere, da una borsa per il trasporto degli erogatori, da una frusta LP extraflex da 2m, da una frusta LP extraflex da 61cm, da una frusta HP extraflex a sezione ridotta da 60 cm, da una cimetta elastica nera per il laccio al collo. La garanzia del venditore può essere estesa fino a dieci anni effettuando la registrazione delle matricole sul sito della casa madre.

Il I stadio: il Tecline R5 Tec è a membrana bilanciato. E' dotato di camera secca anticongelamento, di quattro uscite LP e due HP. Posizionato orizzontalmente dirige tutte le fruste vs il basso. E' utilizzabile anche a 300bar, ha una portata di 3823l/min. Sul sito DIR-store la pressione intermedia è data 8.5 bar, la scheda tecnica allegata al set indica 9.5, quest'ultimo valore l'ho verificato di persona. L'R5 Tec è smaltato con vernice nera opaca, anche sulla filettatura della ghiera din. La qualità della smaltatura potrà solo essere verificata nel tempo. Sono curioso di aprirlo per vedere se le parti interne sono cromate alla classica maniera o se sono brunite. Ad ora sulla filettatura la smaltatura regge egregiamente e sicuramente grazie ad essa il processo di ossidazione nel tempo sarà ridotto se non inesistente. La ghiera din è dotata di una zigrinatura in gomma con un ottimo grip che rende molto comodo lo smontaggio del primo stadio anche con i guanti bagnati. La cosa verrà apprezzata di più in inverno con le mani congelate.

Il II stadio: maneggiando il Tec2 black si ha la reale sensazione di avere tra le mani un secondo stadio robusto e compatto, sia per quanto riguarda la scatola che la parte frontale del pulsante di spurgo e della calotta. E' dotato di regolatore di flusso ed effetto venturi, "realmente funzionanti", in immersione si sente la differenza di impostazioni. La parte frontale ha una linea accattivante, la stella cromata è metallica, come per la smaltatura del primo stadio la sua resistenza agli urti e ai graffi verrà testata solo nel tempo. Comodo "il morso" del boccaglio. L'abbinamento R5/TEC2 costituisce un'apparato molto reattivo, ben differente dalla "dolcezza" del set Tek3 di Apeks. Da quanto è sensibile e "pompato" a volte ho l'impressione che vada in continua.

Contro: ad ora non mi sento di dare alcun giudizio negativo. L'unica cosa che mi lascia leggermente perplesso è il manometro. Il fondo scala arriva a 300bar. Sul retro è presente un adesivo che indica P max 240bar. Ora, io carico a 270 bar, cosa devo aspettarmi? Che il manometro dia una lettura sbagliata? ....allora non avrebbe senso che il fondo scala sia a 300bar.... Fin'ora non mi sembra che abbia dato segni di squilibrio, anche lì, vedremo nel tempo.

Pro: in primis l'estetica. Il nero "fa figo", esteticamente la linea dei primi stadi abbinati ai secondi è veramente bella. I signori della Tecline hanno curato ogni singolo dettaglio. Tutto è rifinito in tinta con i colori del marchio, nero e arancione. Addirittura anche le cimette per le legature dei moschettoni sono in tinta con l'intero set. I moschettoni sono  comodi da usare, hanno il comando di apertura lineare e lungo, non sferico, e quindi il pulsante non scivola nell'uso con i guanti. L'erogazione è reattiva, molto, l'aria viene pompata a grande portata. La borsa di trasporto è robusta e rifinita molto bene; ampia, spessa, con una cerniera di largo spessore anch'essa molto robusta. 

Il prezzo: 635€ ivato e spedito. Facciamo i conti della serva. Solo la borsa penso che non abbia un valore inferiore ai 40€, togliendoli si arriva a 595€. Moschettoni? 10€ la coppia? 585€. Cimetta, fascette, cimetta elastica, arrotondiamo per eccesso a 580€. Manometro a cassa spessa: non meno di 50€, e si arriva a 530€. Frusta extraflex LP da 200cm senza effetto memoria, non meno di 40€, 490€. Frusta manometro sottile, 20€, si scende a 470€. Frusta LP extraflex da 61cm, 30€, 440€. Togliendo i 10€ di spedizione ci fermiamo a 430€. Ora, considerando quanto può venire a costare un singolo erogatore di un marchio commerciale a caso come può essere Scubapro, che può raggiungere e superare senza tanti fronzoli i 600€, ottenere due secondi stadi e due primi stadi top di gamma indicati esclusivamente per la subacqeua tek e con prestazioni più che eccellenti a 430€ credo che sia qualcosa di unico. Non possso quindi non consigliarne l'acquisto. Spero di non dovermi rimangiare le parole nel tempo.

 

 

04/08/2019: Relitto GENOVA

Condizioni: giornata perfetta, ideale per immergersi in quella fantastica cornice che è il Golfo del Tigullio. Sole a palla, cielo blu, mare piatto. Diving: Dimensione Diving di Lavagna/Odissea Sub. Struttura non recentissima ma efficiente. Stazione di ricarica dotata di centralina, vendita e noleggio attrezzatura, doccia, bagno, ampia zona spogliatoio. Flotta composta da due barche e un gommone da 10m. Parcheggio (a pagamento, nemmeno troppo costoso) a 20m dal diving. Staff molto alla mano, tutti molto disponibili "tranquilli e sereni". Il relitto: piroscafo affondato da un sommergibile tedesco o austriaco nel 1917. Trasportava cannoni e altro materiale bellico. Lungo 100m, largo 14, posizionato in assetto di navigazione su un fondale fangoso di -60. La visibilità è quasi sempre pessima, noi ieri lo abbiamo trovato "abbastanza visibile". L'immersione può essere non poco complicata dal fatto che il relitto è ricoperto quasi totalmente da lenze, reti e cavi di ogni genere. Come ci si avvicina un po' di più è impossibile non rimanere impigliato in qualcosa. Lo sbalzo termico è stato notevole. Temperatura dell'acqua in superficie 25°, sul fondo 14°. Visibilità eccezionale nei primi 30m, dopo peggiorava  molto. Ho effettuato alcune penetrazioni ma con scarso risultato in quanto (non so come) anche i passaggi nelle aree chiuse in cui mi sono avventurato erano "trappolati" con cavi di ogni genere. Purtroppo la differenza di temperature ha creato all'interno dello scafandro una notevole quantità di condensa che ha compromesso quasi totalmente tutte le foto che ho fatto. Chicca delle chicche il pedagno finto: alè! Al momento della risalita abbiamo preso la via indicata da un pedango (che pensavamo fosse quello buono) che a -38 terminava con una bella e inutile tanica. Ho lanciato il pallone di sollevamento con il finger spool e abbiamo concluso i 28' di deco in libera. Eravamo a una venita di metri dalla barca e siamo stati agevolati dall'assenza di corrente. Easy. É un'immersione sicuramente da fare e da ripetere, specialmente nella zona dell'elica che mi incuriosisce molto. E' un relitto molto colorato, predominano il giallo e l'arancione. In alcuni punti, specialmente tra i tralicci delle aree centrali, c'è un brulicare di vita pazzesco. Non c'è chissà cosa da vedere, ma è ben conservato e nonostante i non pochi ammassi di ferraglia buttati qua e là ci sono bitte, scalette, porte e altri elementi ben mantenuti su cui spendere il tempo dell'immersione. E' abbastanza suggestivo. Parametri dell'immersione: deco con GF 30/100, 31' di fondo passati tra i -50 e i -55, 39' di decompressione. Gas usati: tmx 22/20 D10, %47 S80, oxy 7lt.

 

04/07/2019 Immersione alle Formiche di Grosseto "La Cattedrale"

 

Immersione svolta con gli Amici del Sestante Diving, punto di riferimento più unico che raro per fare le immersioni più belle nella location da favola che sono le Formiche di Grosseto.

Nuovo punto di immersione, la Cattedrale.

Ci si ancora a una secca con il cappello a -7m nei pressi della Formica Grande lato continente.

E' la classica immersione del luogo dove si tiene la secca da un lato per rientrare tenendola dall'altro, classica immersione in parete.

Tra tutte le immersioni svolte in questa zona la Cattedrale è quella che preferisco meno.

I primi 40m sono "i soliti" caratterizzati dalla presenza totale di mucillaggine.

Dopo iniziano le gorgonie, ma non sono belle rigogliose e "pompate" come quelle che si trovano alla Bifora.

Sono più giovani e spoglie, la parte più bella, il lato continente, ricorda molto il Fenaio del Giglio.

Molto apprezzabile la presenza di un'infinità di astrospartus, la media di uno ogni due gorgonie!

La parete scende fino ai -80, quota da cui inizia un sabbione a 45° che si perde chissà dove.

Ad un certo punto, nella fascia tra i -60 e i -80 la parete diventa deserta.

Si risale tagliado senza ripercorrere nella sua completezza il tratto iniziale per non accumulare troppa deco in una zona molto spoglia che porta nuovamente all'inerosabile strato di mucillaggine.

Tuttavia la risalita è accompagnata da branchi di dentici di notevoli dimensioni decisamente rari da vedere.

 

 

POLONIA Vs RESTO DEL MONDO

Di recente ho letto su Facebook di qualcuno che aveva da ridire sui prodotti polacchi.

Ora, facendo un'analisi non necessariamente troppo approfondita si evince che la qualità dei prodotti polacchi è indiscutibile, quindi sono totalmente contrario a tale affermazione.

Santi, Gralmarine, DTD, per citare alcuni grandi marchi, ne vogliamo parlare?

Rapporto qualità prezzo impareggiabile, assistenza post vendita eccellente, in Italia marchi del genere non esistono, quindi W LA POLONIA!!

 

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09/06/2019 CREATA SEZIONE VIDEO

 

 

28/05/2019 - REPORT TRASFERTA ALL'ISOLA D'ELBA

Come per la trasferta precedente scriverò due righe riguardo alle immersioni svolte.

LO SCOGLIETTO

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Sito di immersione posizionato davanti al golfo di Portoferraio. Mi sono immerso sul lato del mare aperto. Ho trovato il niente più assoluto: sabbia, posidonia, mucillagine. Tantissimo pesce nei primi 8 metri in parete a ridosso della superficie, tante cernie e tante corvine. Voto 4, flop, da evitare, va bene per lo snorkeling o per i neofiti alle primissime armi.

SCOGLIO DELLA NAVE

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Da fare se si vuole effettuare un'immersione tranquilla. Si trova nei pressi di Capo Enfola e si svolge sul versante esterno della grossa roccia che, vista da lontano, ricorda una nave. La parete è molto bella da 0 a 25 mt, ricca di vita, la visibilità è favolosa e proprio nel centro del costone tondeggiante che si percorre trasversalmente c'è una tana di una grossa cernia stanziale di un metro circa di lunghezza. La parete principale è tendenzialmente verticale, ai suoi piedi (circa -28m) c'è un pianoro di sabbia spoglio e privo di vita che si perde all'infinito verso il mare aperto. E' molto ricca di castagnole e murene. Scenicamente è bella, il profilo del costone ha una linea molto particolare caratterizzata da blocchi monolitici tondeggianti. Voto 7+.

PUNTA DELLA MADONNA

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Poco dopo Marciana Marina in direzione S.Andrea, subito prima di Punta del Nasuto si trova Punta della Madonna. Il nome deriva dal fatto che in una nicchia naturale a pochi metri di profondità è stata posizionata una statua della Madonna dell'altezza di una cinquantina di centimetri. L'immersione è semplice ma merita di esser fatta. Si segue verso il basso il profilo della punta che scende fino a una quota di -42, la forma della parete ricorda quella di un naso. L'immersione viene svolta risalendo questo naso facendo delle "S". E' una location con un'ottima visibilità, la parete è ricchissima di parazoanthus e di fauna di piccola taglia. Si gode del fatto che si pinneggia pochissimo. Voto 8.

SECCA DEL CARENO

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Non concedo 10 come voto solo perchè la perfezione non esiste...! Non una delle immersioni più belle dell' Isola d' Elba, ma una delle più belle mai fatte in vita mia. Navigando verso ovest appena dopo S.Andrea si incontrano due boe gialle. Ci si immerge sulla prima, su un fondale di -16, si tiene la secca sulla sinistra e si cerca la profondità dirigendosi verso il mare aperto. I metri verso il basso scorrono alla svelta. Fino a -40 si vede solo un fittissimo strato di mucillagine pazzesco, roba di 20 cm di spessore che soffoca tutto, impressionante. Continuando la discesa lo scenario cambia all'improvviso e si gode di uno spettacolo indescrivibile! Si percorre il lunghissimo costone che corre parallelo alla costa fino alle Formiche della Zanca tenendo la parete sulla sinistra. Il fondale è caratterizzato dalla presenza di innumerevoli pinnacoli coloratissimi e ricchissimi di vita. I colori sono unici e mischiati tra loro in una miscela dal colpo d'occhio esplosivo. Fittissime spugne gialle, quelle caratteristiche di Sassi Sparsi a Calafuria (LI), creano favolosi contrasti con le scure rocce violacee brulicanti di vita e tappezzate da coloratissime concrezioni. E' possibile vedere di tutto: aragoste, cernie, musdee, gronghi, gattucci, deposizioni di gattucci, murene, più tutti i piccoli abitanti da macro che siamo abituati a vedere sui paretoni dell' Arcipelago Toscano. La densità di fauna è pazzesca e la visibilità supera i 40m. Il costone finisce verticalmente su un fondale di -51m, conviene percorrerlo a questa quota per godere al massimo dello spettacolo. E' un 'immersione che non può non essere fatta all'Elba, è il top! Adatta ai profondisti. 

 

 

08/05/2019: Immersioni in trasferta della settimana, quali passano e quali no.

Isola di Capriaia perte sud/est, "Lo Scoglione": NO! Bel posto, bello scenario, bel mare, immersione pessima. Fratana che degrada verso il fondo fino a -50 dolcemente, totalmente priva di vita, completamente ricoperta di alghe. Bocciatissima.

Isola di Capraia estremo sud, "Punta dello Zenobito": SI, a pieni voti. In questo punto scende l'omonima parete. L'ambientazione in superficie è molto suggestiva in quanto il punto di immersione è adiacente a una caletta chiamata Cala Rossa. E' chiamata così per la sua colorazione "ruggine" data dalla componente ferrosa della roccia. Sulla parete sud della cala è presente una torre di avvistamento imponente risalente al 1100, che padroneggia su una parte a strapiombo chiara e brillante. La parete scende quasi a strapiombo su un fondale granuloso a -50. Ha un profilo tondeggiante che segue la linea di costa. E' un sito ricco di vita, molto colorato grazie a gigantesche nuvole di anthias e ampie distese di parazoanthus. Sono presenti molte murene e musdee che si nascondono nei numerosi anfratti netti e lineari. Queste spaccature caratterizzano i blocchi monolitici  verticali che compongono l'intero fronte della parete. Immersione ideale per la macrofotografia. La visibilità è eccellente, con venti meridionali c'è corrente sostenuta. Consiglio di andare inizialmente verso sud-sud/ovest per poi  fare dietro front e iniziare lo smaltimento deco da concludere nella Cala Rossa.

Isola d'Elba parte nord/ovest, "Formiche della Zanca". SI, molto molto bella. Location posizionata tra S.Andrea e Punta della Zanca. Per i conoscitori dell'Arcipelago Toscano ricorda molto il Fenaio all' Isola del Giglio. La parete scende a 45° decisa e lineare fino ai -40 con un sabbione privo di vita, alla cui fine iniziano ad essere presenti massicci agglomerati di gorgonie. La parte più ricca e bella è quella che scende verso sud/ovest. Dopo i -45 la parete diventa verticale e raggiunge i -55 per terminare bruscamente su un fondale di graniglia. La visibilità è di 40 metri, fantastica. Tanta fauna da tana, tante murene, niente astrospartus (strano), niente pesce grosso, ma tanto tanto colore. Vicino al fondo le gorgonie sono enormi. Il fondale nell'area smaltimento deco dei -5 è morfologicamente noioso ma brulicante di murene.

 

 

05/05/2019: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

Aggiornate gallerie fotografiche e creata nuova sezione "Haven".

 

 

28 Aprile 2019, immersione trimix sulla "Signora"

 

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La Haven per me è un relitto importante.

E' stata "la palestra" su cui ho conseguito tutti i brevetti tecnici, dal vecchio DEEP DECOMPRESSION SSI all' ADV TMX -100m TDI.

Che dire...è speciale, è un relitto gigantesco, che ad ogni immersione sfoggia tutta la sua possenza.

Per oggi avevo in programma un testa testa con un amico sul mozzo dell'elica, ma mi ha abbandonato al 90° a causa di un brutto raffreddore .

Ho deciso comunque di salire in Liguria dai ragazzi del Centro Sub Tigullio, diving da cui, purtroppo, causa penuria elio, sono mancato per troppi mesi! (recupererò!)

"Orfano di buddy" avevo due scelte: effettuare l'immersione con un gruppo di polacchi che non spiccicavano una parola di inglese o aggregarmi ad un gruppo di allievi il cui istruttore era, udite udite, il Maestro Aldo Ferrucci.

Ho optato ovviamente per la seconda soluzione.

Il profilo dell'immersione è stato molto tranquillo, non siamo scesi oltre il ponte, ho fatto circa 35' di fondo con una quarantina di minuti di deco, una passseggiata considerando la marea di gas che avevo sulle spalle (D15 a 250).

Siamo scesi sul comignolo, abbiamo girato il castello, siamo passati sotto all'aletta per poi percorrere il corridoio di poppa, siamo entrati in un paio di ambienti e poi siamo tornati nuovamente sul comignolo per risalire.

Le condizioni purtroppo non erano eccezionali: all'arrivo c'era onda lunga vs la costa e un pelino di corrente in direzione opposta, niente di che. In immersione la visibilità non era delle migliori ma pur sempre accettabile. Aimè c'era non poca corrente che andava da prua vs poppa.

Pesce grosso non ne abbiamo visto, troppa sospensione.

All'uscita abbiamo trovato una tramontana tesa che aveva capovolto la situazione.

Qualche dato sull'immersione:

 

max deep: -55m

tempo di fondo: 35'

run time: 80'

gas utilizzati: D15 15/48, S80 %50, 7lt O2

t° sul fondo 15°, t° in superficie 18°

 

Avevo al seguito la macchina fotografica ma sono riuscito a portare a casa ben poco a causa delle condizioni sfavorevoli, molto difficile oggi produrre qualcisa di decente in wide.

Per concludere, due righe sul diving: i ragazzi dello staff  sono stati impeccabili.

Ottimo supporto in superficie, ottimo trattamento post immersione per pranzo e servizi a disposizione di doccia e lavaggio attrezzatura.

Tutto viene svolto sempre con la massima calma e relax, grandi ragazzi, a presto!

 

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L'AFFASCINANTE IDEA DI RESPIRARE UN LIQUIDO

Di recente mi sono dato a una lettura vintage: La percezione e il Comportamento del Subacqueo, analisi in temini psicofisici. E' un libro del 1970 scritto da John A. Adolfson e Thomas E. Beghage, entrambi sono stati supportati da James W. Miller, Deputy Director of Manned Undersea Science and Technology NOAA. Gli autori nella loro carriera hanno lavorato presso l'U.S. NEDU, il Behavioral Sciences Dep. e l'U.S.Naval Medical Res. Ins., cosette così.

Nel testo ho ritrovato molti concetti della subacquea avanzata di oggi. Ciò mi fa dedurre che inerentemente alle teorie della fisica e della fisiologia subacquea sia rimasto ben poco da scoprire, dopo cinquant'anni stiamo ancora parlando delle solite cose. Nonostante ciò e avendo anche saltato paginate intere di grafici e diagrammi tutt'altro che comprensibili, sono incappato in argomenti molto interessanti di cui nessuno parla mai.

Nel capitolo riguardante l'uso dell' O2 ad alta concentrazione e di molteplici gas inerti, definto come la prima tecnica decompressiva (quindi siamo tutt'oggi fermi alla preistoria!), si parla dell'uso di farmaci atti a diminuire la circolazione del sangue in fase di immersione e ad accelerarla in fase di emersione, al fine di minimizzare l'azione dell'inerte in soluzione nell'organismo . Si parla di heparina, un forte antipilettico, di biridrossi-cumarina, un anticoagulante, di aspirina, di adrenalina, e altre sostanze impronunciabili; tra tutte c'è stato il successo della prima, di cui è stata provata la notevole riduzione dell'incidenza della MDD sui ratti.

Altro argomento che mi ha preso molto è il fluid breathing, la respirazione con gas alla stato liquido che eliminerebbe l'intero problema della decompressione superando la necessità di gas inerte. Nel 1962 è stato dimostrato che i polmoni dei mammiferi possono funzionare come branchie. L'esperimento finale è stato condotto su una gatta adulta che è sopravvissuta per più di diciotto ore respirando una soluzione di sale bilanciata insufflata a 20°C, che equivaleva a O2 ad una concentrazione di 8ATA. Negli altri esperimenti in quelle condizioni i mammiferi immersi continuavano a compiere movimenti respiratori e sembravano in grado di assorbire quantità adeguate di O2 disciolto nell'ambiente acquoso. Inoltre, P idrostatiche di oltre 160ATA non uccidevano gli animali!

La potenziale importanza pratica della respirazione fluidia è chiara: verrebbe superato il problema delle MDD perchè non vi sarebbe più inerte diluente. Nessun gas inerte si può sciogliere nel sangue e nei tessuti di un sub nei cui polmoni vi sia un'aggregazione fluida; di conseguenza, il sub potrebbe riemergere in qualsiasi momento alla velocità desiderata senza il minimo timore della formazione di bolle. Si eviterebbe inoltre il problema della narcosi, ma bisognerebbe fare i conti con gli effetti della pressione idrostatica sulla struttura cellulare. Un altro problema è la scarsa capacità di eliminazione di CO in quanto lo sforzo respiratorio con i polmoni pieni di liquido è sessanta volte maggiore rispetto a quello con l'aria.

E' un discorso fantascientifico per la maggiorparte dei comuni mortali, ma se nel 1962 sono stati fatti questi esperimenti non oso immaginare quali siano i segreti e i nuovi studi condotti dalla US NAVY oggi, l'organizzazione del settore subacqueo più potente e con più risorse.

Considerando quali siano stati i successi e le inimmaginabili scoperte degli ultimi cincquant'anni in ambito spaziale, genetico, medico, vuoi che in questi decenni non siano riusciti a testare branchie artificiali o sostanze liquide respirabili, o addirittura a creare miscele sintetiche in laboratorio bypassando i problemi legati all' elio e all'idrogeno?

Secondo me si, ma purtroppo non lo sapremo mai.

 

CUORE DI MARE

Video del mio amico Marco Primierani, tek diver inossidabile! Premiato anche quest'anno all' Eudi. Grande Marco!

 

 

ATTENZIONE AI FRUSTINI HP BTS

Nel giro di un anno ho buttato nel bidone della spazzatura ben quattro frustini BTS per alta pressione, di quelli che noi tecnici utilizziamo per le decompressive. Vi suggerisco di evitare di comprarli, perdono alla base della climpatura. Che delusione, chi mai se lo sarebbe aspettato da un marchio così.

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08/01/2019: AGGIORNATE LE GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

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08/01/2019: AGGIORNATE LE GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

 

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LA DISFATTA DEL SISTEMA DI COPPIA ATTO III

Premessa: di quanto a seguire ne ho già chiacchierato simpaticamente (è vero, non è sarcasmo tagliente) in quel di Calafuria con qualcuna. A sentir lei i protagonisti di oggi, "Nino e Nina", sono inesperti, e come tutti gli inesperti stanno imparando sbagliando (ci siamo passati tutti, non nascondiamoci dietro a un dito). L'importante è che si risolva sempre e comunque tutto con una risata, come è accaduto in questo caso. E il focus finale deve essere trarre insegnamento dagli errori commessi. L'evento in oggetto è veramente un'idiozia, ma ci sono degli aspetti sottili da analizzare, fattori che in altri contesti potrebbero scatenare disgrazie. Inoltre, il caso, la sfiga, il buon caro vecchio Murphy, ci hanno messo del loro, mettendo ginger alla cosa facendomi gongolare un po'.

Alcuni giorni fa ero su un battello in mare per lavoro. Transitando a velocità davanti a Calafuria con alcuni colleghi sono passato in mezzo a una boa segnasub che era molto a ovest sul traverso del diving, ben oltre i limiti di Isola e di tutte le cigliate, e a un pedagno che veniva brandeggiato a una distanza di un centinaio di metri dalla costa. La cosa inizialmente non ha destato la mia attenzione. Mi sembrava che quel pedagno fosse utilizzato da un tizio che stava nuotando, ma dopo averlo superato mi sono accorto che era un subacqueo in superficie che stava sbracciando con accanto un altro subacqueo rivolto verso il basso. Abbiamo fatto subito dietro front e ci siamo attivati per il peggio. Arrivati sul punto abbiamo trovato Nino e Nina esausti, che cercavano inutilmente di combattere contro il forte vento di levante e la corrente di infilata che non gli permettevano di rientrare. Fortunatamente stavano bene, erano solo molto stanchi. Cos'hanno combinato? Due madornali errori di valutazione. Durante l'immersione il vento e la corrente contrastavano il loro avanzamento facendo forza sul pallone e sulla sagola. Si c'erano condizioni non eccezionali ma fino a 10' prima avevo 8 ragazzi dei miei in acqua e non mi sembrava fossero nel bel mezzo di uno tsunami. Comunque.. A sentir loro gli elementi erano così forti che hanno deciso di tagliare la sagola e abbandonare il pallone. Hanno optato per risalire in superficie, in libera, smaltendo la deco nel blu, sbucando lontani dalla costa in piena balia degli elementi. Ora, mi può star bene questa scelta, a patto però che avessero deciso di lasciarsi morire assecondando la corrente uscendo 100/150m più in là (dimenticavo, il mare era piatto e il cielo era blu). Invence loro hanno deciso di combattere... (ovviamente) perdendo! Sarebbe stato più produttivo abbandonare il pallone e spiaccicarsi sul fondo fino a raggiungere con l'angolo di rotta migliore la costa che era a ridosso. Se vengo sfiancato da immerso figurati nel pieno frullatore in superficie con vento e corrente che ci danno dentro. In più se non ho la gambina allenata per spostarmi col bibo sulle spalle...passo al mono! Stavano bene e il morale era alto, l'importante era quello. Abbiamo deciso di issarli a bordo per rilasciarli nel golfetto, da lì le comiche. Siccome Nino e Nina sono di quelli là, tutto trim/solo trim/aborro dive computer, avevano come tutti quelli che "professano il metodo" il loro fantastico imbrago a fascioni fissi. Per togliersi il gruppo gag e cabaret. Due salami appesi. Lei tenuta da me per la rubinetteria che ha rischiato la lussazione delle spalle per uscire dagli spallacci, mentre le dicevo << ancora con sti fascioni fissi?! Ancoooraa!!?? >>, l'altro è riuscito a toglierselo da solo ma sembrava facesse le evoluzioni al trapezio. Uffa quell'imbrago, lo stesso che aveva Gigi (ricordate? Quello dell'incidente delle Formiche di poco fa) l'anno scorso, quando per farlo uscire dall'acqua lo abbiamo dovuto legare per la rubinetteria al gommone. No comment. Ma io dico: Nino e Nina sono a contatto con gente molto forte che spacca l'acqua (si ma non tutti, non allarghiamoci), perchè non hanno ancora deciso di levarsi dagli zebedei quel cavolo di imbrago che è peggio di una ghigliottina? In caso di emergenza o tagli (e devi essere bravo e veloce nel farlo) o qualcuno ci muore. La gente che lo usa è incapace di gestirlo nelle situazioni di normalità, figuriamoci nelle emergenze. Ma si sa, fa figo, perchè i trimmari vanno in acqua così e allora tutti fighi e tutti DIR, poi quando Corrado pesca la gente in mezzo al mare facciamo tutti i salami e i prosciutti appesi. Ottimo. Quell'imbrago non ha senso. Leggendo anni fa un testo sul metodo DIR capii che l'imbrago fisso viene/veniva utilizzato per quando devono essere percorsi sentieri accidentati per il raggiungimento di punti di immersione speleosub o simili, percorsi scoscesi ecc..ecc.. Ma a Calafuria o per immersioni dalla barca...eddai su! In 30 anni non ho mai visto cascare dalle spalle una bombola a nessuno per colpa di un fast lock sganciato accidentalmente. Oggi ci sono sistemi semiregolabili tipo l' Agir Arpha (che io uso e che è comodissimo) o il sistema a monofibbia DTD che è eccezionale.

Ora è il momento del condimento. Quando scrissi di Gigi (su cui tutto tace e a cui auguro le migliori cose) ho fatto riferimento ai "teknikoni". Quando successivamente sono andato a Calafuria il caso ha voluto che i teknikoni si stessero facendo una foto, il fotografo urlò qualcosa di simile tipo << eccoliii, aaahh... i tekkkkikoni di Calafuria! >> come a dire vaff.....o a quello che ha scritto sui di noi, proprio nel mentre in cui io stavo passando tra loro, tra il fotografo e la cricca. Istantaneamente la situazione si è gelata e c'è stato il silenzio assoluto immediato. Il caso eh. Sapete chi stava facendo la foto?Quello che poi ho pescato, Nino. E Nina? Era là nel mezzo a splendere di splendevolezza... Ragazzi, queste son bischerate, in questo caso si ride e si scherza, i problemi sono altri, ma come ho detto al ragazzone alto dagli occhioni blu con tutte le bollicine in quel della Liguria...volare bassi...baaaaassssi. Tre su tre continua ad essere il caso? Baaah!

Come ha scritto qualcuno sulla vicenda di Gigi "il mare prima o poi mette tutti al proprio posto".

 

 

LA DISFATTA DEL SISTEMA DI COPPIA ATTO II

 

LA DISFATTA DEL SISTEMA DI COPPIA ATTO I

 

Alcuni giorni fa è avvenuto un incidente subacqueo durante un' immersione tecnica fonda e lunga tra il Giglio e l'Elba.

Ne parlo liberamente perchè sabato scorso a Calafuria (LI) qualcuno "molto vicino" all'accaduto ne ha discusso esplicitamente. Se di qualcosa se ne parla nel pre-immersione a Calafuria siamo sicuri che lo sa già tutta la comunità subacquea.

L'accaduto non ha fatto notizia perchè "per salvare la faccia" è stata eseguita un'operazione di oscuramento della notizia di prim'ordine. E' stato fatto anche qualcosa su Facebook per non far trapelare "anomalie" e far apparire tutto normale, che cura dei particolari, ottimo.

Peccato però che il mondo è piccolo e casualmente sono stato avvisato dell'accaduto nelle primissime ore successive da contatti che ho su Grosseto. Mi hanno chiesto se c'entravo qualcosa o se ero collegato direttamente a chi ha vissuto l'incidente. No non c'entravo niente, si conosco la vittima Gigi (nome di fantasia) e chi ha fatto il patatrak, si conoso molto bene chi ha dato supporto all'immersione e ha gestito l'emergenza. Non avendola vissuta personalmente non posso essere sicuro al 100% di cosa sia successo, ma l'attendibilità delle fonti è elevata.

...da dove cominciamo?

Allora..

Non fa mai piacere riceve notizie del genere, specialmente quando conosci chi perde la vita o chi l'ha pericolosamente rischiata. Gigi è miracolosamente salvo grazie al pronto e impeccabile intervento dei ragazzi del supporto di superficie, roba da medaglia, visti i parametri dell'immersione svolta e la distanza che c'era tra loro e la costa. La vittima è stata dimessa dall'ospedale, non so come stia ora ma gli faccio i miei più sentiti auguri di guarigione.

In questi casi dispiace molto anche per gli amici che si trovano a dover gestire situazioni del genere, sono momenti terribili, il peso delle responsabilità che si sente è pazzesco, e lo so molto bene dopo quello che ho vissuto in prima persona il 17 luglio del 2017 sull' U-Boot.

Parallelamente al dispiacere però provo rabbia.

Quando Massimo Di Michele ci ha lasciati sull'U-455 si è scatenato l'inferno su di me e sul suo coppio. Tutti quanti, i guru da tastiera, "i tekknikoni", hanno inziato a sputare sentenze su come andiamo in acqua, su come è stata gestita l'immersione, senza sapere minimamente cosa fosse accaduto. Ho scritto già qualcosa a riguardo. Nascosti dietro Facebook e Whatsapp hanno affermato di tutto e di più. Cosa ancora più grave è che queste critiche sono arrivate anche da chi era là con noi, che ha gestito l'emergenza malamente. E non vado oltre.

Ma guarda il caso, chi stava morendo annegato a sto giro con il suo team e il resto della loro tek gang fa parte proprio di quella combriccola di inquisitori.

Loro che si sentono super tecnici, super uomini, che hanno in testa solo il trim perfetto, che pensano e parlano solo in team, che predicano bene..ma razzolano proprio male! Che vanno in acqua da soli...quando non li vede nessuno (ma io vedo!), che lasciano il coppio da solo un'ora in deco...facendo finta di niente (ma io vedo!), si loro! C'è oppure no un po' di incoerenza?

A sto giro il team ha fallito e lasciatemelo dire ha fatto proprio un gran casino! Gigi stava morendo annegato con il reb sulle spalle ed è stato ripescato dal supporto in barca che galleggiava rivolto verso il basso. Era spacciato, era solo. Ma perchè era da solo? Il team dov'era? Si erano persi? Team separato? Perchè? Coppia separata? Perchè? Cos'è successo? Non mi interessa, hanno sbagliato tutto nell'immersione? Forse, problemi loro. Che sia accaduto proprio tutto per sfortuna lo trovo altamente improbabile. Meditate gente, meditate.

Quella gruppaglia di trimmari non arriva a capire che quando è venuto a mancare Massimo, il suo migliore amico era a mezzo metro di distanza, Massimo >> NOI << non l'abbiamo lasciato solo; ha commesso un errore madornale, ha sbagliato, del team è lui che ha fatto fallire l'immersione senza comunicare lo switch gas al suo coppio, che impegnato nel suo di switch non si aspettava di doverlo controllare. Disfatta del sistema di coppia.

Ma è inutile vantarsi di tempi di fondo esagerati con decompressioni improponibili se poi vengono presentate tragedie come quella che ha coinvolto Gigi.

Se questa è la (cruda) realtà è inutile sventolate su Facebook capacità e propaganda varia su metodo e didattica millantando di essere il top della subacquea tecnica, parlando di traguardi raggiunti, formazione in crescita, bla bla bla bla bla (Cip e Ciop di Genova, mi rivolgo a voi). Avete fallito.

Manca la competenza tecnica e la preparazione fisica per gestire le emergenze gravi, non siete in grado di dare supporto di superficie nelle immersioni fonde, e avete confermato, come lo ha fatto Massimo a sue spese sulla mia pelle e su quella del suo migliore amico, che il sistema di coppia è impraticabile.

 

 

...Calafuria tutta la vita...

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Aggiornamento gallerie fotografiche, inserita galleria Secca di Zi' Paolo.

Grande immersione a -82 con gli amici del Sestante Diving di Castiglione della Pescaia.

 

 

17/08/2018: Aggiornamento gallerie fotografiche subacquee, inserita galleria Salento 2018.

 

 

ANALIZZATORI DI MONOSSIDO DI CARBONIO

Premessa

Quello della contaminazione da monossido di carbonio dei gas è un argomento che mi sta particolarmente a cuore: in primis perchè utilizzo un compressore a combustione sia privatamente che sul luogo di lavoro, poi perchè da quando mi sono accorto che il mio vecchio compressore ad alimentazione elettrica contaminava le bombole, ho cambiato radicalmente il mio approccio alla ricarica. Ebbene si, un compressore elettrico può produrre CO e potenzialmente può essere letale. Anni fa ho avuto a riguardo un' accesa discussione sul Forum di fondali.it con un vero e proprio autentico idiota (il classico "guru da tastiera"). Mi dava dell'eretico, del pazzo, ma intanto ho confermato sulla mia pelle, a casa mia, con le mie bombole e il mio compressore, ciò che mi aveva detto il mio trainer tek al corso "TDI O2 service technician", ossia che possono verificarsi anche con un compressore elettrico delle situazioni in cui con le alte temperatura e dei trafilamenti interni di olio si verificano delle combustioni: combustione = produzione CO. Combustione all'interno del ciclo del gruppo pompante = contaminazione di CO del gas respirato dalla bombola. Cosa che non accade con i costosi apparati free-oil. A corso concluso ho acquistato un analizzatore da CO e per cursiosità ho analizzato i gas che avevo caricato precedentemente: la scoperta è stata spiazzante. Le letture andavano da 3 Ppm a 6 Ppm. Immergersi a -100 e oltre con una miscela contaminata a 6 Ppm di CO implica che a 11 bar la concentrazione di CO in circolo nel sangue è di 66 Ppm a salire. Quantità che è sufficiente a dare i primi sintomi di intossicazione e a formare il 10/20% di cardossiemoglobina. Ho fatto la prova del nove scaricando le bombole e ricaricandole analizzando il CO all'aspirazione: esito, il compressore contaminava le bombole. Ho successivamente acquistato un filtro aggiuntivo della Mavotec/Maximator stabilizzando la contaminazione e rilevando a volte 1Ppm (considerando che vivo in pieno centro cittadino tale concentrazione nell'aria ci può stare). Il limite massimo consentito sancito dalla Draeger secondo gli standard internazionali non deve superare le 5Ppm. Successivamente ho acquistato un compressore decisamente più performante e affidabile, anche se a benzina (ero vincolato da questioni logistiche) , allestendo all'interno della stanza dove lo utilizzo (10 mq con due finestre e libera su tre lati) un impianto che vede l'aspirazione dall'esterno posta a 20 cm dal suolo da una parte, lo scarico che esce dal muro e viene convogliato a 3m di altezza vs l'alto diametralmente opposto dall'altra parte. All'interno della stanza si accumula un po' di CO che trafila dalla parte iniziale della scarico, ma per come ho allestito il tutto è impossibile che entri nel loop del gruppo pompante e durante la ricarica non rimango presente in loco tranne che per pochi secondi per un check ogni "x" minuti. E comunque l'accumulo di CO raggiunge livelli per i quali darebbe problemi dopo un' esposizione di molti minuti se non ore in mancanza di ventilazione. Quindi per "dormire tranquillo" mi sono dotato di alcuni apparati di rilevazione di CO che si fanno ridondanza tra loro, con cui analizzo il gas all'aspirazione esterna, il gas stoccato nelle bombole, e l'ambiente in cui staziono durante e dopo la ricarica. Ovviamente a ricarica terminata attendo alcuni istanti prima di lavorare nella stanza, basta tenere un paio di minuti la porta e le finestre aperte e il livello di CO nell'ambiente si azzera.

                                                          RECENSIONE STRUMENTI

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- CO Meter GCO100 Greisinger: si trova in rete al prezzo di 180€. E' uno strumento molto molto sensibile che non nasce per la subacquea. La rilevazione è immediata, fornisce la lettura in Ppm, in mg/m3, e legge addirittura il livello di COHb (carbossiemoglobina) dal respiro. Tre funzioni di allarme, interfaccia seriale, presa alimentatore di rete, registrazione rilevazione, messa a zero automatica o manuale, possibilità di utilizzo a batteria. Deve lavorare con un flusso non superiore a 0,5 l/min (pari a 1 ATM) per rilevare correttamente. Mi sto facendo fare dalla PDE un riduttore di flusso di quella portata da mettere alla rubinetteria della bombola. Questo strumento è ottimo per analizzare l'aria nella zona di aspirazione del compressore, nell'ambiente di lavoro, la miscela stoccata nella bombola.

- DE-OX Safe TEMC: chi non lo conosce? L'analizzatore di CO usato dai subacquei nato per i subacquei. L'ho comprato da Aquasub (GE) tirato dietro a 280€, prezzo stracciato. Non è sofisticato e sensibile come il Greisinger ma funziona comunque bene. Nella rilevazione è più lento, il funzionamento non è istantaneo come l'altro. Fornisce la lettura in Ppm, va calibrato, ha due allarmi sonori e visivi impostabili dall'utente. E' fornito di adattatore in gomma, astuccio in tela, anch'esso deve lavorare ad un flusso minore/uguale di 0,5 l/min. Utilizzabile sia per la rilevazione ambientale che per l'analisi del gas nella bombola.

- XD100C Honeywell: analizzatore da ambienti che spacca! Ne possiedo due che quando sono attivi vengono posizionati in due aree differenti della stanza dove carico. Prezzo di acquisto 45€ spedito da Amazon. E' un apparecchio ottimo: indica separatamente lo stato di alimentazione, guasto, ventilazione (preallarme). Ha un tasto di silenziamento di allarme/guasti e di attivazione test. Indica a display allarme o guasto silenziato, allarme antincendio remoto, allarme CO, livello di preallarme CO (25%, 50%, 75%, simbolo morte), Ppm CO. In caso di rilevazione pericolosa appare una grande scritta rossa lampeggiante che indica EVACUARE E CHIAMARE I SOCCORSI, e si attiva un allarme sonoro molto forte che supera i 90 db. Per rendere l'idea della potenza: con il compressore acceso (87db) e cuffie antirumore indossate dall'esterno della stanza di ricarica si sente l'allarme! Sfonda i timpani.

Conclusione

Non è da intraprendere una caccia alle streghe né bisonga creare inutili allarmismi, ma purtroppo non fa parte della nostra cultura analizzare costantemente le miscele per il CO, è un dato di fatto. Da quando il mio compressore elettrico mi ha dimostrato di essere potenzialmente letale non svolgo un'immersione se prima non ho analizzato la bombola. La mia esperienza mi fa riflettere e mi domando chissà cosa abbiamo respirato fino ad ora...

 

22/07/2018 U-455

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Il relitto top.

Anche se su questo sito ogni immersione è identica alla precedente l'emozione è sempre tanta.

Ieri le condizioni erano eccellenti.

Zero corrente, mare blu e calmo, dalla superficie si vedeva il quarto bidone sul pedagno.

L'emozione di veder sbucare la prua del sommergibile che ti punta uscendo dalla profondità mentre scendi è indescrivibile.

Quando lo raggiungo mi verrebbe da dirgli "eccomi, sono qui, sono tornato!". Ogni volta è come se andassi a rendere onore a un caduto.

E' sempre bello, è grande, sembra che con i timoni di prua ti abbracci. A primo impatto mi trasmette anche una certa malinconia subconscia.

Percorrere la sua fiancata destra fino al fondo mi rilassa, non sento l'adrenalina, non sento l'eccitazione come in molte altre immersioni profonde, entro in uno stato di quiete in cui  mi connetto con l'universo. Sull' U-boot non penso, non mi preoccupo, cerco e trovo la pace in un modo che solo chi vive il mare in una certa maniera riesce a capire. Mi godo quei pochi minuti in cui posso anche non pensare al profilo decompressivo appieno, il gas c'è, lo so, il tempo c'è (aimè non è mai abbastanza), il pedagno è là un po' più su, vicino, ti ci riaccompagna "lui" per farti tornare a casa; laggiù si può staccare la spina per alcuni istanti.

Sul fondo la visibilità peggiorava, ho raggiunto i -116 e ci sono stato poco, solo una puntatina perchè non valeva la pena bruciare minuti preziosi da poter spendere un pochino più su.

Me lo sono gustato tutto! Ogni singolo centimetro!

Brulicava di vita, se avessi avuto la macchina fotografica in macro avrei potuto fare un reportage.

Sono risalito fino alla torretta praticamente fermo e in verticale, lo ammiravo in tutta la sua maestosità! E' imponente, guardarlo che si estende verso la superficie come se cercasse di raggiungere l'aria per l'ultimo respiro toglie il fiato.

Avevo la sensazione di riuscire a sentirlo! Sentivo un rumore di fondo, un gorgoglio basso che chissà da dove proveniva, ma che in quegli istanti sembrava venire dal relitto, situazione molto suggestiva. Tra i -100 e i -105, la quota dove ho stazionato prevalentemente, speravo che il tempo per qualche minuto potesse fermarsi. Sul lato sinistro della torretta mi sono trovato a pochi metri da tre pesci luna circondati da un' infinita nuvola di altri pesci; questo spettacolo contornato dalla scenografia delle reti appese al relitto rendeva l'atmosfera surreale. Indescrivibile la sensazione di schiacciamento che si percepisce quando si passa sotto alla chiglia, si sente tutta la sua irruenza, la sua possenza.

Raggiungere la prua per iniziare la lunga decompressione sancisce il ritorno alla realtà. Le sensazioni precedentemente descritte svaniscono nel nulla, come svanisce nel nulla della profondità lui, che scompare piano piano nel buio mentre si guadagnano metri verso la supericie. Da lì in poi la mente è dedicata esclusivamente alle procedure. Si torna alla vita reale, si torna al "dover fare".

Un po' di dati:

run time pianificato 110'/120'

run time effettivo 112'

max deep -116

mix: D15 10/70 – s80 15/53 – s80 21/38 – s80 28/3 – s80 %53 – 7 lt oxy

 

 

CENTRO SUB TIGULLIO

Ieri mi sono appoggiato al Centro Sub Tigullio per svolgere un' immersione sull' U-455.

Mi ero già servito di questo diving un paio d'anni fa quando era in mano alla penultima gestione, ma non rimasi molto soddisfatto.

Con la giornata di ieri ho potuto constatare di persona che la situazione è cambiata, fortunatamente in meglio.

Ogni momento in compagnia dei ragazzi del diving è passato nella piena tranquillità e serenità. Anche se era la prima volta che ci vedevamo la battuta era sempre pronta e il clima disteso era l'ideale per svolgere quel tipo di immersione, in una giornata in cui le condizioni per svolgerla erano perfette.

Il servizio a terra è stato impeccabile: trasporto dell' attrezzatura dal parcheggio al diving  (e viceversa a fine giornata), bagno e doccia puliti a disposizione, ampia area di lavaggio con zona di asciugatura contigua. Idem per l'assistenza a mare, molto buona: sito di immersione trovato al volo, ormeggio veloce, assistenza in acqua per "alleggerimento" dalle bombole in fase deco. All' uscita dall' immersione si poteva scegliere di bere acqua, thè freddo, gatorade. Da sgranocchiare focaccia, crostata e paste al cioccolato.

Compreso nel pacchetto era previsto il pranzo post immersione (riso freddo, tartine, salumi, pizza, vino, sangria, birra, acqua,....., a volontà), consumato in un clima di soddisfazione reciproca, almeno era ciò che percepivo personalmente.

Ragazzi del Centro Sub Tigullio continuate così', ci rivedremo presto per il Calabria.

 

 

Trimix computer AV1 Underwater Technology

 

Il mio amatissimo OSTC2 è ancora sotto sequestro presso il Tribunale di Genova, non so ancora per quanto. Fino ad oggi al suo posto ho usato il Sea Bear T1 Tactical che uso per lavoro, la ciofeca delle ciofeche. Stanco di immergermi con un bidone al polso ho deciso di comprare un altro strumento che un domani lavorerà fianco a fianco all' OSTC2. Non ho preso un gemello di quest'ultimo per il limite del numero di miscele impostabili, max. 5, e per la massima profondità operativa di -120m.

I marchi che ho preso in considerazione per il nuovo acquisto sono Divesoft e Sharewater. Per un momento ero quasi interessato anche al Ratio, ma a pensare di dovermi interfacciare con Dive System per l'acquisto e l'assistenza mi venivano i brividi...

Spulciando qua e là la rete sono incappato nel russo Av1, strumento che non conoscevo. Ho scaricato la scheda tecnica, il manuale delle istruzioni, ho visionato qualche video sul suo funzionamento e me ne sono innamorato!

Non l'ho ancora sfruttato per le sue piene potenzialità, ma con le due prime immersioni mi sono già reso conto di quanto valga.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

Miscele impostabili 8 tra aria, nitrox, trimix, eliox. Utilizzabile in OC e CCR, algoritmo Buhlmann ZHL16C con GF, testato a -200m. Le miscele si possono eliminare, modificare, aggiungere, in immersione. Registra tutte le operazioni effettuate dall'utente e tutti gli allarmi. Modalità tech, rec, gauge; bussola integrata, simulatore di immersione, dive planner consultabile in immersione, batteria LiPo, dimensioni 90x65x28. Possibilità di passaggio da OC a CCR in immersione. Display oled multicolore da 2,4''. Tasti piezoceramici con possibilità di regolarne la sensibilità, regolazione della luminosità del display. Gioco integrato.

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PRO:

In primis il prezzo. L'ho comprato in Spagna da Amphibian Gear ivato e spedito a 736€, contro i 745 di listino dell'OSTC2 e del Freedom, e gli 800 e oltre degli Sharewater. Per l' Italia il distributore è NAUI Tech, inesistente, e Divex3me (755€ ivato e spedito).

E' grosso e robusto, leggero, la copertura del display è massiccia. Il display è ampio, nella modalità di settaggio è molto simile agli Einrichs Weikamp (molto spartano), in funzione rende decisamente meglio. Fornisce tutte le informazioni indicabili con due modalità di visualizzazione a scelta; i dati sono visualizzati in maniera chiara. Si ha accesso alle numerose funzioni di settaggio anche in immersione, ma non ci si perde tra le impostazioni, è intuitivo e semplice. Ti permette di forzare la scelta: ad esempio se decidi di omettere una tappa non va in blocco, come se decidi di selezionare una miscela che non è la best mix. Ti avverte con "DANGER, sure?", e poi rimane visualizzato "not best mix".

Oltre a indicarti di scendere o "fast" se ometti una tappa o risali troppo velocemente. Nel dive planner il profilo viene indicato con quota, miscela, singola tappa, run time, CNS, PpO2, consumi. Nel loogbook ogni immersione viene registrata settoriata di 10'' in 10'', ti permette quindi di analizzare al pelo l'attività svolta. Nell'astuccio in tessuto si trova il sistema bungee classico e un cinturino elastico. Updates disponibili sul sito ufficiale.

CONTRO:

Il sistema di ricarica della batteria...usb...ancooooooora l'usb? Uuffff con tutti i sistemi decisamente più avanzati a disposizione hanno messo l'ennesimo tappo a vite con o-ring da stringere non troppo forte né troppo piano. Su questo hanno cannato alla grande!

 

24/06/2018: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

 

 

 

11/06/2018: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

 

 

 

11/06/2018: AGGIORNAMENTO GALLERIE FOTOGRAFICHE

 

 

IL FOLLETTO BASTARDO DELLA BIFORA

Sabato 26 Maggio immersione alla Bifora con gli amici del Sestante.

Immersione già fatta mille volte ma che lascia sempre a bocca aperta.

Tutto come da rito: giornata perfetta , condizioni meteomarine eccellenti, tonnellate di gas a disposizione per arrivare a -100, situazione ideale per battezzare il nuovo kit D810 con il fisheye Tokina appena modificato!

Purtroppo quasi subito dopo l'inizio immersione è successo di tutto e di più.

In fase di discesa sui -70 sentivo che i comandi dello scafandro non rispondevano a dovere, infatti dopo poco sui -80 ho iniziato a scattare cieco.

Avevo perso il controllo dei comandi posteriori di sinistra compreso il LV. Scattavo senza vedere il prodotto finito. Sono arrivato a quota -94 per poi risalire gradualmente lungo la parete brulicante di vita e piena zeppa di gorgonie; scattavo a senso (!!).

Intorno ai -60 ho ripreso il comando della macchina, penso che il problema sia stato causato da un gommino interno che sollecitato dalla pressione del proprio tasto teneva leggermente premuto un pulsante e bloccava il funzionamento dell'intero apparato.

Intorno ai -43 ho effettuato uno switch gas, mentre ero là che armeggiavo con decompressive e maniglia su cui attaccare le bombole che non mi interessavano ho commesso l'errore più grosso che potevo fare!! Ho confuso il moschettone dello scafandro con quello di naso di una laterale che ho lasciato, e successivamente ho visto sprofondare verso il basso a rallentatore tutto il mio kit fotografico...

Non ci credevo.

Il buon dio però ha voluto che sotto di me ci fosse la cigliata leggermente inclinata, quindi lo scafandro ha iniziato a rotolare molto lentamente per poi fermarsi a una ventina di metri più in basso.

Mi sono rimesso in bocca la mix di fondo e sono risceso in tempo zero. Dopo averlo raggiunto e averlo nuovamente fissato saldamente all'imbrago ho iniziato a risalire,... ma stranamente rimanevo lì! Il folletto bastardo della Bifora mi aveva staccato la frusta del gav!

A forza di gambe e aiutato dalla stagna sono riemerso a quota -43 dove ho trovato uno dei miei compari con una mia decompressiva in mano!

Non ci credevo, ho pensato: << stai a vedere che nella concitazione del momento ho mollato tutto quello che avevo in mano per andare a prendere la macchina!>>. Invece no, all'uscita l'altro mi ha detto che dopo avermi perso di vista mentre inseguivo la macchina ha visto risalire dalla mia posizione bel bella la S80 perfettamente in verticale! Dannato folletto bastardo della Bifora! Oltre alla frusta del gav mi ha sganciato per dispetto la decompressiva!

Avendo attaccato tre laterali alla maniglia credo che si sia creato un muovimento strano dei moschettoni che ha causato l'apertura di quello della S80 che ho perso; lo sospetto perchè erano agganciati sfalsati.

Era il 19/40, per fortuna, quasi terminato (ecco perchè era così positiva), non avrei dovuto prenderlo per la risalita.

Ho continuato con i miei deep stop con l'immersione che ormai era andata in vacca in tutto e per tutto!

Ho rischiato di perdere migliaia di euro di attrezzatura, non ho raggiunto i -100 pianificati, il profilo decompressivo è stato stuprato, ho fatto pocchissime foto e a cavolo, insomma, immersione cannata  per quel il folletto bastardo della Bifora e Muprhy che hanno deciso di prendermi di mira (anche se ammetto che c'ho messo parecchio del mio... )

 

 

WELCOME HUGYFOT D810!!

Da oggi si apre una nuova era per me.

 

 

ALLAGAMENTO SANTI BZ400X

Santi è uno dei marchi di riferimento per i subacquei tecnici più esigenti. La linea dei suoi prodotti è cool e i materiali sono particolarmente performanti. Non è l'unico marchio in circolazione che mette sul mercato prodotti eccellenti, sia chiaro, ma quando accadono eventi che fanno capire quando un prodotto figo è anche di alto livello, penso sia doveroso lodarne le caratteristiche. Il sottomuta BZ400X è il più pesante acquistabile in Santi: caldo, comodo, su misura, rifinito fantasticamente, bla bla bla, bla bla, terribilmente tecnico! E qui mi voglio fermare. Sabato ho fatto un'immersione tecnica con un amico, roba semplice in aria da 65' intorno ai -40 e spiccioli. Ingresso in acqua senza problemi, immersione durante tutto ok, all'uscita dall'acqua nessun problema, insomma immersione portata a termine senza niente da segnalare. Dopo essermi tolto la muta e aver caricato tutta l'attrezzatura in macchina, come "generalmente" accade a fine immersione sono andato in bagno. Alla "guardata" di rito allo specchio prima di uscire ho notato una parte bagnata nella zona su petto della magliettina tecnica che indossavo sotto al BZ. Ho aperto la cerniera e ho notato che ero totalmente zuppo! Sono rimasto basito. Tutta la parte anteriore del sottomuta era completamente fradicia, da strizzare, ma durante l'immersione non mi sono assolutamente accorto di niente. Se non mi fossi guardato allo specchio non so quando me ne sarei accorto, forse una volta seduto a bere il caffè o al volante. La temperatura dell'acqua non è rigidissima dalle mie parti in questo periodo, 13°, ma sono comunque rimasto immerso bagnato per 65', praticamente senza guati (avevo dei tropic da 2mm, mani paralizzate dal freddo), e fuori tirava un grecale particolarmente tagliente. Ragazzi, è vero: il BZ Santi scalda e isola anche da bagnato, anzi...da zuppo! Grande materiale, grande marchio! Motivo dell'allagamento? Ho mandato la muta in riparazione per sostituzione cerniera il tecnico non ha ristretto la valvola di carico, sono entrare tonnellate di acqua.

 

Di Marco Primierani. Compagno di immersioni tecniche con il quale ho condiviso e condividerò tante belle esperienze. Le immagini sono relative alle immersioni più belle che abbiamo svolto inseme. 

 

 

 

EUDI 2018

Personalmente posso ritenermi soddisfatto. Piccolo, forse un po' troppo ridotto, mancavano molti grandi marchi, però c'erano marche nuovi, più negozi, meno diving. Meglio di tutte le altre edizioni!

 

 

 

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LA STAGIONE DIDATTICA 2018 E' APERTA

Chi fosse interessato può visionare la pagina ATTIVITA' DI ISTRUTTORE in cui sono indicati i brevetti conseguibili, per eventuali dettagli più approfonditi potete contattarmi mediante la sezione CONTATTI.

 

HOOD K01 HAYATO

Chi non lo conosce? Ormai è usato da moltissimi subacquei tecnici, motivo? E' molto morbido e molto caldo, comodissimo da utilizzare. Personalmente ne sono rimasto deluso! Ho avuto la fortuna di acquistarlo a 35€, non avrei mai speso per principio la cifra intera di mercato che non scende sotto i 90€. Il rapporto qualità prezzo secondo me non c'è. Il neoprene Hayato ha ottime e indiscutibili qualità tecniche; il cappuccio non ha cuciture interne, è preformato e reversibile, ma in soli due anni mi si è deteriorato così irrimediabilmente che devo buttarlo via. Il bordo dell'ovale facciale è pieno di taglietti causati dall'usura. Alcuni mesi fa si è creato sulla fronte uno squarcio di quattro centimetri che non sono riuscito a riparare nemmeno mandandolo in manutenzione presso un laboratorio di mute; questo neoprene è troppo morbido e troppo elastico per subire certi interventi, per non parlare di come si scolla troppo facilmente dall'interno. Insomma, un cappuccio che costa quasi 100€ non può fare sta fine! Flop totale. Lo sostituirò con il cappuccio 9mm Santi, un marchio una garanzia.

 

                      GRALMARINE GL7-10Ah

Torcia che va, torcia che viene! Ieri ho avuto modo di provare in un'immersione tek fino a -70 la nuova torcia. Sono rimasto sconvolto! A secco si vedeva che spingeva, ma cavolo, è proprio potente!Rifinita benissimo in ogni piccolo dettaglio, dall'anello per il moschettone, al rinforzo a spirale del cavo, senza trascurare il passante per il fissaggio al fascione ventrale del canister. La testa GL7 è piccola, leggera, tremendamente comoda da brandeggiare. Il selezionatore di potenza è robusto e comodo da utilizzare. Il caricabatteria è molto veloce nel suo lavoro ed è fornito di schermo indicante la percentuale di carica. Anch'esso di buona fattezza. Il pacco batterie che ho in dotazione è da 10.4 Ah, sufficienti a termirare un'immersione tecnica alla massima potenza. Alla media potenza dovrebbe durare poco più di tre ore. Sono curiosissimo di provarla nel buio totale! Considerando a quanto la si trova in giro, io ho avuto la fortuna di pagarla meno del valore di mercato, il rapporto qualità prezzo è ottimo. 

 

TERMINE SERVIZIO TORCIA A LED T-100 MULTISTAR FA&MI

Dopo dieci anni (dieci!) di onorato servizio non posso non spendere qualche minuto per lodare questo prodotto così eccellente. A differenza di quanto mi dicevano i soliti "teknikoni" da strapazzo questa torcia si è comportata sempre in maniera impeccabile, in tutte le situazioni, di giorno e di notte. L'ho acquistata nel 2007 al prezzo di 570 euro, nel corso di tutti questi anni ho dovuto cambiare solo due volte il cavo che non è rinforzato all'altezza dell'attacco con gli spinotti, quindi la guaina tende a rompersi. Mi è stata venduta con tutti gli accessori per renderla brandeggiabile o per usarla in modalità speleo con l'impugnatura goodman. La testa ha in dotazione dodici led, sette a luce calda posti all'esterno della parabola (equivalenti a 100w alogena) che rendono il fascio ampio e avvolgente, cinque a luce fredda all'interno che rendono il fascio penetrante. Il pacco batteria multistar fino a qualche mese fa mi permetteva di concludere ben tre immersioni ricreative. Ultimamente mi dava anomalie nella ricarica e vista l'età dell'intera torcia non mi conveniva sostituirlo; comunque non ha mai richiesto il minimo intervento di manutenzione! L'ho scaricato e ricaricato centinaia e centiana di volte. Contentissimo di aver speso una cifra nemmeno troppo alta per una torcia di prim'ordine al 100% made in Italy. Grande prodotto, FA&MI grande marchio. Spero che la Gralmarine GL-7 con pacco batterie di 10Ah con la quale l'ho rimpiazzata sia altrettanto buona.

 

22/10/2017: Aggiornamento sito, inserite nuove immagini nella sezione Cefalopodi.

 

RELITTO IMPAVIDO

30 settembre 2017, ultima immersione tecnica del mese, con la Tek Gang ho visitato il relitto dell' Impavido.

Torpediniera della Regia Marina entra in servizio nel '41 e poi, come sempre, nel '43 viene "presa in prestito" dai tedeschi. Affonda nel 1944 a causa di una mina di superficie. E' lunga circa 88 metri, divisa in tre tronconi adagitati su un fondale fangoso di -70m.

Per immergersi su questo relitto è necessario che le condizioni meteo siano ottime e che non ci sia forte corrente. L'immersione viene svolta a 12 miglia dalla costa sul traverso di Cecina (LI). Il Relitto non è pedagnato e la linea di discesa/risalita va costituita sul momento.

Motivo per il quale è consigliabile appoggiarsi ad un diving che abbia "manico".

Ci siamo serviti del Diving Centro Sub Cecina che frequentiamo ogni volta che ci immergiamo su un relitto nelle zone di fronte a Cecina o San Vincenzo.

Le condizioni meteo erano perfette. Cielo blu, mare blu, sole a palla, vento debole di lenvante, leggerissima corrente in superfice da est, insomma quello che devi trovare per immergerti a quelle distanze dalla costa.

Purtroppo l'immersione non è andata bene come ci immaginavamo!

Localizzato e pedagnato il relitto ci siamo tuffati dopo pochi minuti, la discesa è terminata sul troncone più lungo, la parte poppiera, che è capovolta su se stessa. Da 0 a -55m la visibilità era cristallina, arrivati sul relitto il buio più totale. Un metro di visibilità!

Si capiva che eravamo lì solo perchè si percepiva la presenza di un ammasso di qualcosa ricoperto da reti.

Fortunatamente in alcuni tratti si guadagnava un metro ma la situazione era veramente tragica. La macchina fotografica l'ho usata scattando senza capire cosa stessi inquadrando! L'unica foto abbastanza riuscita e che può esser chiamata tale è quella dell'elica di cui ho casualmente riconosciuto la forma. Tutto il resto era un ammasso di ferro e reti indecifrabile che faceva ombra nel buio. Che bidone di immersione!

26' di fondo per un tempo totale di 75' per vedere un' elica..

 

 

25/09/2017: Aggiornamento gallerie fotografiche subacquee, creata pagina Isola del Giglio

 

UJ-2210 (ex-Marcella)

Sabato 26/08 mi sono recato in quel di Levanto per effettuare l'immersione in oggetto.

Mi sono appoggiato al Liscadiving il cui staff anche a sto giro è stato impeccabile; servizio svolto in tranquillità e scioltezza, ti fanno sentire "a casa".

Le condizioni meteo erano favolose. Mare piatto e blu che più blu non si poteva avere (!), cielo sereno, caldo nella media, insomma una giornata indovinata.

Qualche cenno storico: il Marcella in tempo di guerra venne confiscato dai tedeschi e convertito da nave da pesca in cacciasommergili, venne rinominato in UJ2210. Nel corso del suo servizio ha ottenuto numerosi successi effettuando operazioni importanti, fino al suo affondamento avvenuto davanti a Framura nel '44 a seguito di un lancio di siluro da parte di una motosilurante.

L'immersione è semplice, la profondità massima raggiungibile è di -66m se ci si sdraia sul fondo, volendo potrebbe anche essere svolta in aria. Infatti avevo un trimix da poveraccio :), un 18/16.

Il relitto è posizionato quasi come una "L" con la prua rivolta verso l'alto.

Il tutto è raccolto in una porzione di spazio abbastanza contenuta, la "strada da fare" è poca e quindi ci si può concentrare con maggiore calma a osservare tutti i particolari o a fare qualche scatto in più.

Le parti principali da ammirare sono le ancore di prua ancora in posizione, un cannoncino che si distingue molto difficilmente (grazie a Cesare Balzi per avermelo fatto vedere), la ruota di prua ora in posizione verticale su cui al tempo veniva brandeggiata la mitragliatrice e tutta la parte del relitto posta in posizione verticale avvolta da un'infinità di anthyas che in condizioni di ottima visibilità regala uno spettacolo unico.

(immagini disponibili al link a inizio paragrafo)

 

 

30/08/2017: Aggiornamento gallerie fotografiche.

Nuova sezione "UJ-2210".

 

 

12/08/2017: Aggiornamento gallerie fotografiche

Nuova sezione "Formiche di Grosseto 05/08/2017", I^ parte.

 

RELITTO BOLZANETO

Disponibile il video dell'immersione svolta sul relitto del Bolzaneto il 15 Luglio.

Videoman marco Primieran, bellissimo video, ottima scelta per la colonna sonora.

Cliccare sul link sottostante.

 

17/07/2017: Aggiornamento sito

Creato collegamento album BOLZANETO nella pagina Fotografia Subacquea, è anche disponibile al link sottostante.

 

 

 

17/06/2017 IMMERSIONE SULL'U-BOOT 455

-120m/118'

CIAO MASSIMO

 

 

 

22/05/2017: E' ripresa l'attività didattica dopo più di un anno di stop. Ci sono grandi novità, sono diventato istruttore FIAS, quindi rilascerò le certificazioni per tale didattica. Per tutte le info potete visionare la pagina L'ATTIVITA' DI ISTRUTTORE del sito. Sono a completa disposizione per qualsiasi necessità.

 

 

13/05/2017: Immersione tecnica alle Formiche di Grosseto

 

Finalmente i mitici ragazzi del Sestante Diving di Castiglione della Pescaia sono nuovamente operativi!

Dopo mesi di attesa io e il resto della tek gang abbiamo programmato un'immersione sulla Bifora, particolare punto di immersione delle Formiche di Grosseto.

E' uno spot già battuto che ogni volta ci lascia a bocca aperta con ciò che offre da vedere, e che permette di raggiungere una quota superiore ai -100m.

E' una parete che scende da -6 a -95, lungo di essa, dopo i primi 30/40 metri ricoperti di "lattuga", si scatenano una distesa di corallo da far girar la testa e di gorgonie mastodontiche, nuvole di pesci, tante aragoste, murene, per non parlare di dentici, polpi e cerniotte sempre presenti, insomma..uno spettacolo della natura!

Pur offrendo quote "maschie" è una immersione molto facile da svolgere a patto che non ci sia corrente forte: si scende con la parete a destra, si risale con la parete e sinistra, qualunque sia la massima profondità raggiungibile.

Avevamo in programma di farcela fino agli scogli sul sabbione finale a quota -104, purtroppo per la visibilità pessima sul fondo e per correte che tirava da nord verso il mare aperto ci siamo fermati a quota -94.

Peccato, è da un po' che non sforiamo le tre cifre...

La visibilità era buona solo nella fascia -50/-70, alle altre quote non era granchè, strano, considerando che alle Formiche la visibilità è sempre spaziale!

Pur non avendo trovato condizioni ottimali abbiamo sempre svolto un'immersione bellissima tra le più importanti della zona, la parete dove è situata la bifora toglie letteralmente il fiato ed entrare nella bifora stessa è sempre uno spettacolo.

Fortunatamente le condizioni meteo erano accezionali e siamo riusciti a goderci l'intera giornata in barca.

Un po' di dati:

- max profondità raggiunta: -94m

- tempo totale di immersion: 104'

- miscela di fondo: 16/50

- miscele deco: 20/35-35/27-%50-oxy

- temperatura acqua min/max: 15°/18°

Per concludere...

l bello dell'immergersi alle Formiche è andare con i ragazzi del Sestante!

La cosa bella non è solo l'immersione, ma tutto il pacchetto della giornata: Castiglione è un posto bellissimo e arrivarci quando ancora è dormiente per fare colazione sul porticciolo ha il suo perchè.

La barca del diving è comoda e stracollaudata, essenziale ma con tutto il necessario. I ragazzi dello staff ci accolgono sempre a braccia aperte e ci lasciano totale carta bianca su tutto quello che vogliamo fare in immersione.

All'uscita dall'acqua la pastasciuttata con successivo collasso sul prendisole per abbronzarsi è la chicca conclusiva del tutto.

 

 

 

 

E' tempo di accoppiamento di Babay a Calafuria!

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ACCADEMIA BLU, CON TE...MAI PIU'!! (fa pure rima...)

19/02/2017: Immersione sulla Secchina

Tra Livorno e l'isola Gorgona a 11,5Mn dalla costa labronica è presente "la secchina".

Famoso punto di immersione e di pesca è caratterizzata dalla visibilità stellare e dal mostruoso traffico di pesce.

Oggi io e il resto della tek-gang ci siamo immersi lì.

La giornata era favolosa, sembrava di essere a primavera inoltrata.

Le condizioni del mare erano eccellenti.

Ci siamo serviti del diving Accademia Blu.

E' uno diving molto famoso in zona, uno dei pochi che lavorano su Livorno.

La struttura è molto semplice e spartana, al limite.

Gli ambienti dedicati alla ricarica bombole, alla reception e allo spogliatoio sono angusti, il minimo sindacabile.

Trovandosi all'interno di uno stabilimento balneare c'è da camminare non poco dal parcheggio della macchina fino alla banchina d'imbarco. Però con l'uso del carrello per il trasporto dell'attrezzatura il disagio è limitato.

La flotta del diving è composta da un cabinato e da un grosso gommone, abbiamo utilizzato quest'ultimo in quanto la barca era in secca.

Partiti da Livorno verso le 0830 siamo arrivati sul punto di immersione dopo una mezz'oretta.

Una volta ormeggiati ci siamo accorti del colore verdastro dell'acqua, nulla di buono, ma eravamo speranzosi per la condizioni sul fondo.

Scesi sull'ancora ci siamo trovati nel niente, c'erano tre metri di visibilità.

Il fondale faceva pena, non c'era nulla oltre a gorgonie veramente grosse.

Abbiamo razzolato per una trentina di minuti nella nebbia alla ricerca di qualcosa di diverso da guardare oltre a "quegli alberi", niente.

Zero foto con quelle condizioni.

Il fondale era quando sabbioso, quando melmoso, e tutti gli scogli erano ricoperti da fanghiglia.

Siamo risaliti per la disperazione concludendo il run-time intorno all'ora, massima profondità -47m.

Che disastro, che pacco...., ma non è finita qui!

Il fattore chiave che ha caratterizzato la giornata per me è stata la maleducazione, la presunzione, la sfacciataggine, del titolare del diving, Maurizio, "tipico" livornese, che mi ha fatto fare la scena del mestruato di turno quano all'uscita ho espresso la mia opinione sul fatto che visibilità o no il fondale in quella zona era veramente pietoso.

La secchina è uno spot su cui si va per il pesce, se non c'è visibilità l'immersione viene cannata, stop, è come la Liguria.

La visibilità non fa fondale!

Mi dispiace come "l'impresa" non sia riuscita, la compagnia era eccezionale, la giornata pure, peccato le condizioni del mare, su cui si può fare ben poco, e sulla "livornesità" di quel livornese, su cui ci sarebbe moooooooooooolto da fare.

Per concludere: la secchina è un'immersione da fare in aria, con un D10 e una decompressiva di 02 con un tempo di fondo di 30'/40' ci si sta belli larghi.

Partendo da Livorno per 0830 si torna a terra per le 1130.

Vista la performance del diving Accademia Blu consiglio di servirsi del diving di Chioma.

 

Yeah, it's rock n' roll baby!!

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Yes I'm flying!

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L'accoppiamento tra due polpi è un evento così raro da osservare che può essere definito unico! E' difficilissimo, quasi impossibile, che ci si presenti davanti una scena del genere, e io l'ho vista! Passare centinaia di ore da sole in acqua con la propria macchina fotografica paga.....uuuuhh se paga!!!!!

 

MA CHE MERAVIGLIA E' CALAFURIA?????????????????????

 

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02/01/2017: Aggiornamento gallerie fotografiche subacquee.

 

 

DTD e Xdeep sono i marchi che ho scelto per l'acquisto dei sacchi tecnici che utilizzo da due anni a questa parte.

Del primo possiedo uno Stream 25 litri a ferro di cavallo che utilizzo per le immersioni dai -80 in poi, del secondo ho l'Hydros 40 che mi accompagna nelle immersioni ricreative e tecniche in cui uso al massimo tre bombole decompressive.

Sarcasticamente parlando definirei lo Stream 25 un bel gommone (!), ma mi fa dormire tranquillo sapere di averlo dietro la schiena quando raggiungo certe quote. Quando ci si avvicina a profondità a tre cifre o le si superano, in caso di contingenza generalmente c'è ben poco da fare, ma avere un sacco con una spinta del genere può essere di grande aiuto per dare supporto a un buddy in difficoltà, per aiutarlo a raggiungere quote minori. La sua scheda tecnica lo limita all'uso con un 18+18 (gran margine direi), la prestazione massima nella quale l'ho impegnato è stata un'immersione sull'U-Boot 455 dove sono sceso con un 12+12 e 5 decompressive a -120; si è comportato egregiamente e "non lo sentivo" minimamente.

I materiali di costruzione sono veramente eccellenti!! Il sacco è protetto da una cordura 2000 denari. Il corrugato è corto, largo e non troppo flessibile (quindi, per me, più duraturo), il suo innesto al sacco è centrale e protetto da una fettuccia di cordura cucita al sacco stesso che ne evita lo strappo accidentale e lo maniene in sede.

Il vis è di dimensioni generose, solido e compatto. Si possono scegliere i pulsanti in plastica o in metallo, io ho quest'ultimi e fino ad ora non mi hanno mai dato problemi di funzionamento; i pulsanti metallici tendenzialmente sono più soggetti a ossidazione e inceppamento.

Nella parte inferiore sinistra è presente una valvola di sovrappressione con la sua cimetta di attivazione alla quale di default non è presente il nottolino (che io chiamo.."suicide"...).

Al tatto lo Stream 25 risulta veramente tosto! E' robustissimo, le dimensioni non sono ridotte, ma posso definirlo un sacco tecnico eterno e minimalista al 100%. Per danneggiare una sua parte qualsiasi bisogna impegnarcisi e non lo si può fare a mani nude...

Per l'Hydros 40 le note non sono così positive.

Che la linea di equipaggiamento Xdeep sia figa è innegabile! Forse ora come ora è il marchio esteticamente più cool, ma nell'immersione tecnica non basta essere "da sabato sera" (come dice il mio Maestro Maurizio Lucchini che saluto calorosamente!)

Hydros 40 ha dimensioni molto ridotte, è un anulare con 18 kg di spinta.

Il sacco è rivestito con una cordura 1100 denari che sta mostrando i segni dell'invecchiamento, tutt'altro che al livello della cordura DTD.

Anche nell'Hydros 40 il corrugato è fissato centralmente, ma senza protezione, ha una sezione minore rispetto a quella dello Stream ed è più floscio.

Il vis non è di buona qualità; è di plasticaccia come sono di plastica i pulsanti.

Ho avuto grossi problemi di funzionamento con il tasto di carico; o meglio, il problema era sciocco, andava leggermente in continua, ma non sono riuscito a risolverlo neanche dopo averlo smontato e revisionato sei volte. La soluzione finale è stata acquistare un vis DTD con pulsanti metallici che ho adattato al corrugato a sezione minore.

Anche Hydros 40 ha una valvola di sovrappressione, però è presente il "nottolino suicide" quindi -1 punto sul minimalismo.

La scheda tecnica lo limita all'uso con un 15+15. Io al massimo l'ho usato con un 12+12 e quattro decompressive.

Ora i conti della serva: lo Stream 25 viene di listino 340€, io l'ho comprato dal mitico Guido di Scubalandia che me lo ha messo.....non lo dico. Hydros 40 l'ho pagato 314€ dall'altrettanto mitico Max di Nauticamare , ora lo si trova in giro a 299€, ad esempio su scubastore.com.

La differenza di prezzo ci sta tutta!

Il DTD Stream 25 è un prodotto di fascia top. L'Hydros 40 è nettamente inferiore, alla pari del WTX6 di Apeks e del Tech Deep di DiveSystem che ho utilizato in precedenza, praticamente tutti e tre identici per qualità di materiali.

Sicuramente il rimpiazzo del mio Xdeep sarà un DTD.

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...coming soon.............

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Cenote messicano. Favoloso video da PIANETASUB Marco Primierani, un grande!

 

 

Trimix Dive Computer OSTC 2 Heinrichs Weikamp

 

Ormai da alcuni anni faccio parte della "famiglia" Heinrichs Weikamp e non potrei essere più soddisfatto.

Ecco perchè voglio proporvi questa recensione su uno strumento che secondo me batte tutti i suoi simili!

Sono in possesso di un Heinrichs Weikamp OSTC 2 con il quale ho sostitutito il suo predecessore, l'N2; mi ha "abbandonato" a causa di un' infinitesimale infiltrazione di umidità che nel tempo ha compromesso irrimediabilmente la lettura dello schermo.

...Acqua ed elettronica........

Quindi al momento della sostituzione ho guardato in giro cosa offriva il mercato: mi facevano molta gola il trimix computer di Divesoft, marchio eccellente, il Petrel II (altro gioiellino), e l'Xdeep.

Quest'ultimo l'ho scartato subito per le dimensioni infinitesimali!

Del Petrel mi frenava un po' il prezzo, anche se mi piaceva l'idea del possibile utilizzo in combinazione con il software Pastodeco di Pastorelli (decosoftware creato appunto per Sharewater) e Pastoblend di conseguenza.

Il Freedom di Divesoft però sembrava il favorito!

Tutti gli altri trimix computer simili sul mercato non mi attiravano, mi davano l'idea di vecchiume.

Arrivato a quel punto e considerando che oggi ormai gli strumenti di questo genere sono praticamente identici per funzioni e opzioni a disposizione, mi sembrava che oltre alle dimensioni del display il fattore decisivo per l'acquisto fosse solo il prezzo.

Ho passato alcuni giorni a studiarmi immagini e filmati sul Petrel e il Freedom, li confrontavo e cercavo di notare i minimi dettagli di differenza: il prezzo variava dagli 850 euro per il primo ai 765 per il secondo, non poco, volevo essere più che sicuro dell'acquisto.

Successivamente mi sono sentito casualmente con il mio mentore e guru dell'immersione tecnica, il mitico Maurizio Lucchini, con il quale sono entrato nell'argomento sostituzione computer tanto per fare due chiacchiere.

Di recente aveva acquistato un OSTC 2 passando a lui dall'N2. Mi ha spiegato tante cosucce interessanti: il nuovo prodotto rispetto al predecessore aveva in dotazione il processore e la memoria dell' OSTC 3, al tempo top di gamma della H.W..

L'interfaccia era stata leggermente migliorata (anche se tutt'ora rimane spartana) ed erano stati eliminati quegli assurdi ed infiniti menù di opzioni inutili ed inutilizzabili capaci solo di confondere le idee agli utenti meno esperti o a coloro che vogliono sentirsi professori improvvisati.

Approfondendo la discussione la cosa che mi ha convinto veramente era il fatto che sull'OSTC 2 non erano presenti nè tappi nè bottoni!

L'N2 l'ho buttato proprio per un'infiltrazione di umidità passata nel vano del pin mirco usb della ricarica: il Petrel II e il Freedom...avevano tappi e tasti...

Il giorno stesso ho mandato una "richiesta di rottamazione" alla H.W. che mi ha proposto un'offerta alla quale non potevo dire di no: se gli spedivo il mio N2 irriparabile con una differenza di 380 euro (iva e spedizione compresa) mi avrebbero mandato un OSTC 2 nuovo di zecca.

Tutto questo è avvenuto in sette giorni: dalla prima email che gli ho mandato all'arrivo del nuovo computer che ho ricevuto. Il servizio d'assistenza Heinrichs Weikamp è impareggiabile.

Dopo pochi giorni ho avuto la possibilità di provare lo strumento in immersione.

Le funzioni sono "le solite": cinque miscele impostabili, GF H e L, deco planner, ecc..ecc..ecc...Le cose che non mi entusiasmano sono la bussola digitale (che non uso ma che risulta essere estremamente precisa) e le colorazioni dei menù: si legge tutto molto bene se per i caratteri vengono impostati bianco o verde, per rosso e blu, le altre due opzioni disponibili, la resa non è eccezionale.

Lo schermo è ampio, si legge benissimo da ogni angolazione.

I menù delle varie schermate in modalità surface e dive sono molto intuitivi e chiari.

E' possibile settare una combinazione di GF alternativa, utile, penso, a chi fa immersioni tali da dover svernare con l'ossigeno.

La cosa che mi piace molto è che il profilo decompressivo varia allo switch dei gas, cosa che non accadeva con l'N2 e con quel bidone di SeaBear che uso come ridondanza (anche se questa sua pecca mi fa molto comodo perchè in ogni momento dell'immersione ho la situazione della decompressione con e senza la considerazione dei cambi gas futuri).

Considerando le dimensioni del display lo strumento di per se non è molto imgombrante.

Risulta un po' più alto e pesante rispeto alla versione precedente, dettagli trascurabili, e viene fornito con il sistema bungee di serie.

Il sistema di ricarica è a induzione.

Per concludere, non è da sottovalutare il fatto che Heirinchs Weikamp immetta sul mercato prodotti open source, quindi tutto quello che è update o assistenza sofware è totalmente gratuito!

Lo consiglio? Consiglio proprio tutta la Heinrichs Weikamp...!

 

 

08/10/2016: AGGIORNATE GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE

 

Trimix dive computer SeaBear T1 Tactical

 

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Questo trimix computer è talmente odioso ed insopportabile che si merita troppo una recensione negativa!

Lo uso per lavoro e come ridondanza al favolo OSTC 2 che possiedo.

Al primo impatto il SeaBear T1 si presenta robusto e molto spartano.

E' ingombrante (come lo si può vedere dalle immagini rapportato ad una batteria ministilo) , pur avendo la predisposizione per l'escusivo fissaggio a mezzo elastici sull'avambraccio occupa tanto spazio.

Note positive (poche): quando lo si accende e si scorrono i vari menù si capisce subito che è molto intuitivo, si prende il comando totale dello strumento dopo pochi minuti di "smanettamento".

Dal punto di vista software è un trimix computer avanzato e completo per tutti i gusti, ma non aspettate chissà cosa dalle schermate, anzi, è spartano pure nella visualizzazione.

E' dotato di bussola digitale (opzione che personalmente non mi entusiasma), si possono settare i GF a proprio piacimento fino al modello Buhlmann puro, possono essere impostate fino a nove (se non ricordo male) miscele, e il logbook fornisce il pacchetto dati di ogni singola immersione scaricabile anche in modalità NFC.

Durante l'immersione viene indicato il TTS (time to surface) tenendo conto delle miscele che sono state impostate. Personalmente mi sarebbe piaciuto che vizualizzasse anche il TTS tenendo conto del mancato switch dei gas.

Fin qui nulla ridire, veniamo alle note dolenti....

Il rapporto delle dimensioni tra schermo e corpo dello strumento è sproporzionato.

Lo schermo è piccolo rispetto alla cassa.

Quando lo si utilizza magari sul punto di immersione con un minimo di luce solare e un briciolo di riverbero sulla superficie sul display non si legge quasi niente.

In alcuni menù le dimensioni dei caratteri sono decisamente piccole.

Non sono presenti tasti esterni, l'unico comando è costitutito da una rotellina che può essere girata a scatti nei due sensi e premuta, quindi girandola si variano le schermate o si scorrono i menù, premendola si seleziona il comando.

Fin qui potrebbe sembrare tutto normale, ma....la rotellina funziona malissimo!

Basta un niente, anche il più impercettibile tocco, che si muove variando la schermata, e in un' immersione tecnica con quattro o cinque bombole decompressive sui fianchi è un pochino difficile stare attenti a non sfiorarla con qualcosa, magari durante uno switch gas o per il riordino delle bombole. Basta anche posizionare il computer un po' troppo vicino al gomito che flettendo il braccio una piega della manica della stagna può andare a toccare la rotellina variando la visualizzazione.

E' quasi impossibile essere precisi nel suo utilizzo.

In immersione capita sempre di ritrovarsi nella schermata bussola mentre si cerca di selezionare un gas...!! Per non parlare del settaggio delle percentuali...

Inoltre con i guanti non si ha una buona percezione della posizione della rotellina in ogni singolo scatto, quindi bisogna stare sempre a smanettarci, insopportabile!

La scomodità di accesso ai comandi indossando il computer sull'avambraccio dx è assoluta!

Per il prezzo assurdo di oltre 941€ euro che viene chiesto per la versione standard pretenderei qualcosa di nettamente differente!

 

SALENTO 2016

Nella pagina GALLERIE FOTOGRAFICHE SUBACQUEE è stata aggiunta la galleria SALENTO 2016, buona visione!!!

 

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                                          20/06/2016 Costa del Sud diving Center


Questi ultimi due weekend mi sono appoggiato al Costa del Sud diving center di Santa Caterina di Nardó  (Le), gestito da Andrea Costantini.
Il diving si trova adiacente alla piazzetta del paese, realtà minuscola, ad una manciata di passi dal porticciolo dove sono ormeggiati i due gommoni del centro, uno da 6,5m e una bestia da 10m con due motori da 225 cv. É una struttura senza fronzoli ma totalmente efficiente: bagno, doccia, ricariche trimix, supporto per immersioni sia tecniche che ricreative, servizio di dive guide, possibilità di parcheggio davanti al diving, bar a dieci passi dal diving stesso, zona asciugatura materiale al chiuso e all'aperto, zona lavaggio attrezzatura, zona stoccaggio materiali sul punto d'imbarco, insomma, tutti gli elementi che fanno la differenza tra diving e diving.
Parliamo di staff: su Andrea c'è ben poco da dire, basta osservarlo nel fare il suo lavoro e in acqua per capire il livello. Mi é apparso subito tranquillo, sereno, disponibile (le tre paroline magiche). Ha esperienza da regalare e me ne ha dato conferma  quando abbiamo fatto il Carolina Madre; ha gestito un'emergenza oltre i -60 e il termine dell'immersione, con delle condizioni di mare e di vento decisamente  proibitive, come se fosse al supermercato a fare la spesa. In acqua, manco a dirlo,  é perfetto.
I ragazzi che sono sotto di lui sono inappuntabili. Lo sostengono e lo coadiuvano con efficacia. Pronti ad ogni evenienza, simpatici, cordiali. 
Parlando di "vil denaro", alla fine comunque i conti della serva vanno fatti e si fanno: il prezzo che mi é stato chiesto per quattro immersioni di cui una tecnica é inferiore a quello che viene chiesto dalle mie parti per tre immersioni ricreative, ho detto tutto...
Detto ciò,  non posso non consigliare il Costa del Sud diving center come punto di riferimento per le immersioni nella zona di Santa Caterina. 
Tendenzialmente sono uno dei "clienti peggiori" per un diving: istruttore, tecnico,  fotografo, faccio più immersioni in solitaria a fotografare che in compagnia, un cane sciolto che non vuole e non deve tener di conto di niente e di nessuno per immergersi, insomma, il peggio che un gestore di diving possa vedersi arrivare. Ma la realtà del Costa del Sud mi ha fatto passare ore di divertimento e tranquillità senza il minimo intoppo in un contesto scenografico da cartolina. E purtroppo come tutte le cose belle é durato troppo poco...

Un ringraziamento speciale a tutti i componenti del Costa del Sud! 

 

13/06/2016 Alla scoperta del Salento

Piccolo assaggio dell'angolo di paradiso in cui ho trascorso questo weekend, seguirà un racconto un po' più approfondito.

(Nell'immagine il porticciolo di S.Caterina di Nardò)

 

Torcia Fa&Mi T-led 100

 

Dopo 10 anni di onorato servizio questa torcia merita una recensione più che positiva.

La sto utilizzando ininterrottamente in tutte le salse; di giorno, di notte, al mare, al lago, nei relitti, con visibilità cristallina o con la peggiore sospensione, ottimo prodotto robusto ed affidabile.

Acquistata al prezzo di 570 euro la T-led 100 può essere configurata come torcia brandeggiabile o come torcia con canister separato. Io la uso in quest'ultima configurazione.

Fa&Mi è un marchio indirizzato più che altro sulla subacquea ricreativa, sulla speleosub e sull'illuminazione video senza regalare niente, ma con questo prodotto ha immesso sul mercato un oggetto che è un ottimo compromesso qualità/prestazione/prezzo se lo si confronta con altri prodotti come Light Monkey, ecc..ecc..., maggiormente indirizzati sulla subacquea tek e dai prezzi stratosferici.

Nella configurazione con impugnatura goodman la testa può risultare leggermente sbilanciata ed ingombrante, ma basta farci l'abitudine.

E' dotata di 12 led: quelli esterni emanano luce calda, avvolgente e dal fascio abbastanza ampio, performante di giorno. Quelli interni emanano luce fredda creando un fascio intenso e concentrato, necessario nelle situazioni dove è richiesto che la luce penetri.

L'autonomia iniziale di 4,5h dopo dieci anni è scesa a 3,5/4, con un ciclo di ricarica riesco a concludere tre immersioni ricreative.

Non ho mai dovuto cambiare il pacco batterie! Ciò cosa vuol dire?

Che qualitativamente gli accumulatori  ed il sistema scarica/carica che viene dato in dotazione sono eccellenti.

 

Infernorun...IO C'ERO!!!!!

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25/03/2016: Conseguito brevetto OSSALC presso il Gruppo Palombari della Marina Militare

Si è concluso il corso in oggetto dopo otto settimane di lavoro intenso, acqua fredda, pochissime ore di sonno a notte.

La qualifica OSSALC prevede in ambito militare l'abilitazione all'ORN (operatore recupero naufrago, il salvamento), alla ricerca e al recupero dal fondo di qualsiasi tipo di oggetto, all'ispezione di obiettivi immersi fissi o mobili (es. carene di navi o porte bacino) contro mezzi insidiosi (contro sabotaggio), alla procedura operativa di mantenimento del galleggiamento di elicotteri ammarati, all'immersione nei locali allagati di una nave, alla procedura operativa antifalla da svolgere nei locali allagati di una nave.

 

28/02/2016: AGGIORNAMENTO SITO

Finalmente è terminato il lavoro sulla galleria fotografica Mare di Flores, visionabile nella pagina delle sezioni fotografiche subacquee.

Buona visione.

 

03/02/2016: IMMERSIONE IN CAMERA IPERBARICA PRESSO IL COMSUBIN

Ieri ho avuto la straordinaria fortuna di aver effettuato una immersione a secco presso il centro iperbarico in oggetto.

La location "non ha bisogno di presentazione", sto parlando del centro dell'universo della subacquea mondiale! Scuola palombari fondata il 10 novembre del 1910, vasca Panerai, fucina di Arditi Incursori e di palombari di altri tempi...

Il centro iperbarico del Comsubin è il punto di riferimento di maggior importanza per la gestione delle emergenze e dello sviluppo scientifico inerenti alla decompressione.

Non ero mai entrato in una camera iperbarica, l'esperienza di ieri era a scopo didattico e devo dire che è stata interessantissima.

La potrei sarcasticamente descrivere come l'aver vissuto una ricarica di una bombola all'interno della bombola stessa!

Spiazzante l'aumento di temperatura che è avvenuto all'aumentare della pressione, mi hanno portato a sole 2.5 ata e vi assicuro che il caldo era notevole! Altrettanto spiazzante è stata la formazione della condensa in decompressione accompagnata dal logico abbattimento della temperatura.

Esperienza estremamente formativa che ha allargato ulteriormente i miei orizzonti legati alla fisica dell'immersione subacquea.

 

30/01/2016 AGGIORNAMENTO SITO

Nella sezione GALLERIA FOTOGRAFICA TERRESTRE ho inserito una nuova galleria intitolata FRECCE TRICOLORI.

Buona visione.

 

21/01/2016: AGGIORNAMENTO SITO

Ho riconfigurato il sito snellendolo e alleggerendolo parecchio per quanto riguarda le gallerie fotografiche subacquee.

Da ora tutti i collegamenti alle immagini sono ripristinati.

 

Piccolo assaggio dell'ultima spedizione fotografica dell'anno. Clicca sullimmagine!

Segnalerò a breve le gallerie che verranno aggiornate.

30/12/2015: BIILANCIO 2015

Oggi ho chiuso l'anno di attività con l'ultima immersione.

Non posso lamentarmi, è stato un anno veramente intenso sia per quanto riguarda l'attività didattica che quella tecnica.

E' venuta a mancare la parte fotografica, mi rifarò..

Ho chiuso l'anno con novantasette immersioni all'attivo effettuate in undici mesi.

Speriamo che il 2016 sia altrettanto produttivo!

Buona anno a tutti, anche a quei tristoni da forum che di subacquea non capiscono niente..

 

27/12/2015: Aggiornamento sito

Nella sezione diario 2015 è stato inserito il racconto dell'immersione svolta quest'oggi sull'U-455.

 

11/12/2015: AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornate gallerie fotografiche.

 

SANTI MAGIC RINGS

Santi non smette mai di stupirci.
Vi invito a visionare il video illustrativo delle applicazioni possibili dei Santi Magic Rings, vale più di cento parole!

09/10/2015: AGGIORNAMENTO SITO

Aggiornata lista qualifiche possedute.

 

14 AGOSTO: AGGIORNAMENTO SITO

- aggiunta sezione Solitarydiver con foto personali del sottoscritto

- rinominate gallerie fotografiche

- aggiornate gallerie fotografiche

 

11/07/2015: Calafuria tek, operazione di salvataggio.

Ebbene si, al 40^ minuto di fondo oltre i -40, 10' prima di staccarmi dalla profondità per iniziare l'ora di deco, mi sono messo a combattere con una rete di lenza per liberare un astice che c'era rimasto intrappolato, a mia volta rimanendo incasinato e impigliato, fortunatamente in maniera che non mi ha fatto correre grossi rischi.

Non ho resistito, dopo essermi accorto avendolo illuminato che era ancora vivo, ho avuto la sensazione che mi stesse guardando negli occhi. Senza pensarci un secondo ho collassato il sacco, mi sono posizionato in ginocchio in mezzo a due massi circondato da un groviglio di reti, e ho pensato <<..non me ne vado finchè non ti libero...>>.

Uno dei due che erano con me ha immortalato con la videocamera l'inizio della mia opera di salvataggio, disponibile il video a seguire.

Dopo pochi minuti la sospensione che si era alzata era tale che non riuscivo nemmeno a vedermi le mani. Buio totale, ero cieco. Infatti i miei compari si sono spostati a distanza di sicurezza per non rischiare di fare un gommitolo con me!

Il bibo sulle spalle e le decompressive laterali non mi hanno affatto aiutato, anzi.

Più che tagliavo e più che qualcosa si immpigliava ad un erogatore di una bombola, poi alla rubinetteria, poi alla bussola sul poso, poi di nuovo alla ribinetteria, un macello...

La totale assenza di visibilità non era un problema, ma non volevo infilare un dito tra le chele della "bestiolina".

Dopo una faticosa opera di taglio condotta quasi totalemente a tastoni, sono riuscito a liberare la povera creatura, che nelle fasi finali della liberazione si era rassegnata a cercare di difendersi e si era raggomitolata su se stessa, aspettando la fine di quello che stava accadendo.

Spero che una volta liberato, l'astice  non si si diretto nuovamente verso quel maledetto groviglio di reti e lenze, uno dei tanti che devastano sempre di più l'ecosistema marino del mio mare.

E' sempre più un disastro...

Astice fortunato....sono passato nel momento giusto con la configurazione giusta...

Speriamo che sia ancora libero!

 

DISASTRO A CALAFURIA

Ieri mi sono recato in quel di Calafuria con l'intento di andare a fare un po' di foto alle gorgonie, in immersione tecnica in solitaria.

Non vedevo l'ora di tornare allo scatto, non faccio foto da mesi!

Purtroppo quello che mi si è presentato davanti quando mi sono immerso è stato uno spettacolo agghiacciante.

Ogni singolo centimetro quadrato di una qualsiasi superficie, corallo, roccia, spugne, alghe, anemoni, tutto, era completamente ricoperto da una mucillagine verdastra che in tutta la mia vita di mare non avevo mai visto!

La presenza di questo muco verdastro era così importante che ho avuto difficoltà nel capire dove ero nelle varie fasi dell'immersione, visto che dai -20 in poi vedevo solo un tappeto verde infinito attraverso il quale non distinguevo niente.

Ma non è finita qui.

Quel muco fluttuava in filamenti più o meno lunghi e consistenti a mezz'acqua, quindi sono uscito ricoperto da quella schifezza viscida con tutto l'equipaggiamento incasinato; per pulire tutto a casa c'ho messo più di un'ora.

Non ho idea di quale sia la causa di questo fenomeno, ma è stato veramente scioccante!

So che la mucillagine si forma quando l'acqua si scalda e la si trova da 0 a -30/-35.

Ieri partiva dai -20 in poi, in superficie c'erano 23.5°, a -30 14.7°, situazione abbastanza anomala....

A seguire posto alcune foto per documentare la situazione, foto che comunque non rendono in quanto avevo montato il 60mm macro.

Buona brutta visione.

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Sto per tornare allo scatto!!

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SACCO PER BIBOMBOLA DTD 25kG DI SPINTA

Ho acquistato un secondo sacco tecnico per le immersioni più spinte svolte oltre gli 80m.

Già in possesso di un favoloso Xdeep Hydros40 ho optato per un DTD da 25kg di spinta.

Hydros40 lbs è un po' piccolino per portarsi dietro 5 o 6 decompressive, oddio, ce la fa a sostenere il tutto ma in caso del "non si sa mai" con certi carichi mi sento più coperto ad avere un potenziale di galleggiamento superiore.

Specialmente se posso trovarmi in una situazione a 90 e fischia metri dove magari qualcuno che è con me ha bisogno di un supporto per raggiungere quote minori.

L'oggetto in questione è veramente ben fatto.

L'involucro esterno è in cordura 2000 denari, il sacco interno è in codura spalmata. Rifinito bene nel suo minimalismo e nella sua essensialità.

Il corrugato è largo e corto, come piace a me.

Alla base del corrugato c'è un'asola in cordura cucita che protegge il punto di assemblaggio del corrugato al sacco, proprio come usa la Halcyon (chi ha copiato chi?).

Ben rifiniti anche i fori di drenaggio nella parte inferiore.

L'unica cosa che non mi fa impazzire è il materiale di costituzione dei tasti del vis, in metallo.

Prefeirsco quelli in plastica, sono molto più duraturi e nel tempo danno meno problemi di malfunzionamento.

Il vis è di dimensioni generose, comodo nel suo utilizzo.

Il prezzo al pubblico è di 310 euro, poco per come si presenta, io ho risparmiato ma non dico quanto.

L'ho acquistato dal grandissimo Guido di Scubalandia, che per l'ennesima volta di è confermato uno dei migliori rivenditori presenti sul territorio nazionale per serietà, disponibilità, efficenza.

Consiglio l'acquisto? Alla grande.

25/03/2015

MUTA STAGNA SANTI ENDURO ATTO II

Facile valutare una qualsiasi stagna quando la vediamo bella bella appesa nel nostro negozietto di attrezzatura subacquea di fiducia, magari sotto ad un bel faretto al led a luce calda che la fa splendere, mentre la adoriamo incantati e offuscati da tutti i gadget (del solito marchio) che la circondano.

Eccomi quindi a spendere nuovamente un po' di tempo sulla muta in oggetto con una seconda recensione.

La prima volta che mi è capitata tra le mani per testarla l'ho torturata non poco strusciandola qua e là sull'arenaria che compone la scogliera del Romito, il litorale di Livorno dove mi immergo.

Ad oggi l'ho testata in maniera più normale e realistica; immersioni tecniche, immersioni ricreative, attività anfibia lavorativa, attività nautica, la sto strapazzando un po' in tutte le salse.

Con mia grandissima soddisfazione confermo quanto ho già espresso poco tempo fa e, se mi sforzo, ma devo farlo proprio in maniera sofferta perchè la difficoltà nel trovare qualcosa su cui lamentarsi è enorme, riesco anche a rendere noti i "contro" di questo prodotto (se così si possono definire).

Partiamo dal prezzo: non ho ancora capito quanto viene di listino. Il prezzo indicato sui siti è uno, il grande Max di Nauticamare ne propone sempre uno differente, ovviamente più basso.

Comunque siamo nel range dei 1500/1700 euro.

A seguito della mia esperienza nel breve termine mi gonfio spavaldamente la bocca affermando che li vale tutti.

La vestibilità è eccellente, anche con il grande (in tutti i sensi) sottomuta BZ400X+intimo. Da notare che l'esemplare che ho in dotazione non è un su misura.

Dal basso: i flexy sole sono morbidissimi, ma allo stesso tempo molto robusti: la suola zigrinata e rinforzata sui lati tiene su tutto, il laccio alla caviglia è molto ben rifinito e di forte tenuta. Buona la qualità delle cuciture e del velcro utilizzato.

Sulla mia ho fatto aggiungere degli inserti in kevlar sulle ginocchia, sono "famoso" per cinturare con le gambe scogli o parti di pareti quando sono impegnato a scattare in macro.

Queste toppe aggiungono una rigidità alla muta nell'area delle ginocchia pari allo zero, grazie al loro spessore infinitesimale.

Il fascione di contenimento del busto telescopico che passa tra le gambe è bello spesso, non troppo elastico, ben rinforzato sulle cuciture, dotato di d-ring sul davanti, con il fast-lock assemblato al contrario. Questo particolare favorisce la fuoriuscita in retromarcia da ambienti ostruiti evitando che il gancio si impigli.

Le tasche sulle gambe: capienti, robuste, d-ring fissati con i controc.... cavoli.

Continuando a salire, la cerniera non è BDM ma JOJ. Marca che non conosco. Così a freddo e per quel poco che l'ho usata è una "normale" cerniera in bronzo, prima di dare un giudizio definitivo aspetterei almeno due o tre annetti di utilizzo medio/intenso.

Pattina di protezione della cerniera: ta taaaaaannn! Ecco il primo (e forse unico) contro della stagna Enduro. Per estremizzare il minimalismo i nostri amici polacchi hanno eliminato la seconda cerniera in plastica e l'hanno sostituita con una doppia pattina che va ad appoggiarsi sulla cerniera coprendola.

Minimalista? Si. Funzionale? Ni.

Essendo la Enduro la stagna più robusta di casa Santi e avendo "tutto più tosto rispetto al generico medio" (!!), per come è stata concepita questa pattina ostacola nell'apertura della cerniera a fine corsa: la parte finale dei due lembi che la compongono è cucita in maniera così "maschia" che per aprire la cerniera fino in fondo (sto parlando degli ultimi 5 centimetri) non ci si deve sforzare ma quasi! La parte è troppo rigida e manca lo spazio per far scorrere il carrello della cerniera.

Passiamo ad altro, i polsini: quelli che ho in dotazione sono in lattice HD e non hanno bisogno di altri commenti, il mio video in cui cerco di tagliarmi le vene senza riuscirci mentre li indosso parla da se, spettacolari! Se intalcati in fase di vestizione prendono posizione autonomamente, molto comodi.

Il collare in neoprene da 3 mm è più lungo del normale; ecco forse il secondo contro della stagna Enduro!

Se lo si lascia comodo/abbondante sul collo in immersione strozza. Il pro di questa lunghezza è (ovviamente) che fa più tenuta.

I lembi del collare sono cuciti e termonastrati come tutti gli inserti che compongono la muta: chicca delle chicche!

I 5kg e passa di peso della muta intera, distribuiti sui 600gr/mq di poliestere, butile, cordura, che la compongono, non si sentono nemmeno sia fuori che dentro l'acqua; pigiama mi sembrava prima, pigiama lo è ancora ora!

Quando la si appende si nota come sia leggermente "sgraziata" nel taglio delle gambe e del busto telescopico; poco carino alla vista ma è tutta comodità di cui si gode in immersione, specialmente nelle fasi di chiusura del manifold e quando si fissa una decompressiva al d-ring sul coccige lungo il fascione dell'imbrago che passa tra le gambe.

Valvole: Apeks, garantite a vita, direi che non c'è da aggiungere altro a riguardo.

Il cappuccio in dotazione è da 6mm di spessore. E' molto coprente sul volto, ricordiamoci che Santi nasce per fornire di materiale sommozzatori professionali che lavorano nel Baltico, dove fa "un pò" più di freddo che da noi. A me questo modello di cappuccio stringe un po' troppo sulla mascella, a fine immersione dopo 60'/90' la cosa "si sente"tutta. Spero che con il tempo l'elasticità ceda un pochino.

Compreso nel kit troviamo: borsa di trasporto da uilizzare come tappetino, cera per cerniera a stick, talco, adesivi per decompressive, lacciolo in neoprene per maschera, e per concludere il certificato su cui "qualcuno" mette nome e cognome (la propria faccia!) per aver effettuato il test di tenuta.

Per concludere, ad oggi sono pienamente soddisfatto. Spero di poter riconfermare il tutto tra un paio d'anni quando recensirò la Enduro sul medio termine.

All'Eudi di quest'anno ho toccato con mano alcune altre stagne presenti sul mercato: Bare, DiveSystem, UTR, Otter, e mi dispiace.....ma non ce n'è!

Santi è Santi.

 

25/03/2014

PASTODECO 2.9.3

Segnalo questo software decompressivo, molto ben fatto, semplice ed intuitivo.

Comodissimo perchè gira sua qualsiasi supporto!

E' mio oggetto di studio degli utlimi giorni, sto confrontando i risultati che fornisce  con quelli dati da OSTC planner, che uso regolarmente.

Potete studiarne le caratteristiche su questo link http://pastodeco.antoniopastorelli.com/crbst_7.html, da cui è anche scaricabile.

Concludo segnalandovi anche il software per il calcolo della miscelazione http://pastoblend.antoniopastorelli.com/ abbinabile a PastoDeco, interessante giocattolo che fornisce anche i costi di ricarica......

Buon divertimento.

SANTI ENDURO VS ROFOS RS450K

A sei mesi dai test svolti sono riuscito finalmente a trovare un po' di tempo per recensire i due prodotti in oggetto.
Sono due modelli di mute che ho dovuto testare per lavoro.
Le prove svolte hanno condizionato anche la mia direzione d'acquisto per la prossima stagna che utilizzerò per l'attività subacquea "privata".
Faccio una piccola premessa: il mercato delle mute stagne attualmente vede sulla piazza molti prodotti, i quali hanno nel bene o nel male caratteristiche molto simili tra loro. Alcuni sono migliori, altri sono peggiori.
Marchi eccellenti tra cui Santi, Otter, Rofos, Ursuit, ecc..ecc..ecc.., mettono a disposizione tanti prodotti da riuscire a mettere in difficiltà nella scelta gli acquirenti.
Non avendo logicamente la possibilità di poter testare personalmente ogni prodotto di ogni marchio, ho ristretto il campo su tre produttori: Santi, Rofos, Gravity Zero.
Quest'ultima ditta rifornisce reparti militari esteri, ma per motivi che non sto a spiegare non ho provato la loro stagna, quindi la faccio uscire subito di scena.
Veniamo al dunque.
Inizio con il modello di muta che non preferisco e che quindi non ho scelto: la ROFOS RS450K.
Questa è la sua scheda tecnica "riassunta":
- trilaminato Ferguson con fodera in poliestere.
- interno completamente termonastrato a caldo. 
- produzioe e manutenzione in Italia
- rinforzi in Cordura® 1000 su: spalle, gomiti, avambracci, seduta, ginocchia, stinchi, cavallo e pettorina. 
- cerniera stagna anteriore con pettorina di protezione in Cordura® chiusa con cerniera in nylon.
- polsini e collo in lattice con sovra collo in neoprene superstretch da 3 mm
- calzari a stivaletto incorporati in neoprene da 3 mm con suola rigida e controsoletta interna rimovibile, per renderla ancora più rigida se necessario. Rinforzi sul collo del piede e nastro a strappo antisfilamento.
- peso di 3,5 Kg.

E' un prodotto di cui ho istantaneamente riconosciuto l'ineguagliabile comodità di vestizione. La muta è dotata di un lembo romboidale di tessuto aggiuntivo sotto l'ascella, che dona un'estrema comodità nei muovimenti, tale che il busto lo si veste stando belli eretti senza doversi spostare o divincolare lateralmente per far scapolare spalle e braccia: ottimo. In immersione è molto molto comoda e versatile. "L'esemplare" che ho provato aveva in dotazione il sistema di polsini in silicone Atlas. A me non piace anche se ne riconosco l'ottima tenuta e la comodità di poter sostituire sul posto un polsino danneggiato. Trovo scomodo l'impaccio dato dalla ghiera rigida di giunzione tra polsino e manica, quando infilo le mani nelle tasche o tra le decompressive non voglio impedimenti, inoltre è un elemento che si può rompere accidentalmente in caso di caduta o per schiacciamento. Ecco perchè è bocciato. I lembi di tessuto che compongono la muta sono cuciti e termonastrati a caldo internamente. La termonastratura a freddo è più efficace. Le cuciture esterne sono ben rifinite e rinforzate, purtroppo il filo utilizzato è da mutande (!!) e ciò fa perdere alla muta parecchi punti positivi nella valutazione... Anche il tessuto esterno non è dei migliori: ho effettuato delle prove di sfregamento nei punti di giunzione dei vari comparti della muta e il danneggiamento è stato immediato: la fibra di cordura esterna si sfilaccia molto facilmente. Parlando invece della cerniera: sono un grande sostenitore del bronzo, se ben tenuto è eterno. La 450 che ho provato aveva in dotazione la nuova T-Zip masterseal. Non ha niente a che vedere con la vecchia e vomitevole T-Zip, ma (a mio avviso) ha  ancora grossi difetti di concezione che la rendono inaffidabile. Difetti riconosciuti anche da Mr.Rofos in persona quando mi ha fatto vedere presso la sua azienda una montagna di masterseal sostituite da buttare nel gabinetto.... Nel complesso la muta sarebbe un grande prodotto ad un prezzo umano, ma quei "pochi" difetti che ho elencato la penalizzano terribilmente. Mi stupisce come venga utilizzata da subacquei tecnici molto famosi, non faccio nomi....

SANTI ENDURO

Ecco la scheda tecnica:
- peso  5,2 kg
- materiale: Cordura/Butile/Poliestere 600gr/sqm
- valvole Apeks
- collo in lattice con protezione in neoprene da 2mm o in neoprene
- polsini standard o Heavy Duty
- calzari in neoprene da 7mm o calzini morbidi da 3mm

- produzione in Polonia, assistenza e manuetnzione in Italia

E' il prodotto che ho scelto.
Alla vista e al tatto, non indossata, sembra l'armatura di un cavalliere del medioevo!
Fa pensare: oh mammamia ma che è sto coso!!
Infatti i suoi 600gr/sqm e con i suoi 5 kg e passa di peso è veramente un bestione, indossata, è un pigiama! Ho provato in immersione una L standard, quindi una non su misura, con il mio BZ400X;  perfetta, comodissima, versatile. Tutt'altro che d'impaccio.
Assurdamente rubusta. I settori di tessuto che la compongono sono incollati tra loro, cuciti, termonastrati a freddo internamente ed esternamente: ergo, è indistruttibile.
Il tessuto esterno in cordura non era della qualità della RS450, non so che cordura sia ma non si sfilacciava alla prova di sfregamento.
I polsini erano in lattice heavy duty, mi sono divertito a provarne la resitenza. Per chi non lo avesse ancora visto ho fatto un test al taglio molto interessante https://www.youtube.com/watch?v=FaIUmMtOu7k . Favolosi.
I calzari erano dei rock boot rigidi, ho optato per i flexy sole che già conosco bene, terribilmente comodi e versatili.
La cerniera, rigorosamente in bronzo, è riparata da due pattine che si sovrappongono, è stata eliminata la cerniera in plastica esterna che le chiudeva; buon sistema minimalista di protezione .
Le tasche capienti con i relativi d-ring interni sono come tutte quelle delle altre mute.
Valvole Apeks, che preferisco.
Per le caratteristiche difficilmente eguagliabili che la caratterizzano (ammetto però che non ho avuto modo di vedere molti prodotti che sono in commercio), il prezzo di listino di 1500 euro lo trovo basso.
Stagne peggiori, le DUI, costano molto di più.
La Santi Enduro rappresenta l'ottima combinazione di qualità dei materiali, convenienza nel prezzo, robustezza.
Per me.

RECENSIONE SOTTOMUTA SANTI FLEX190

Ho avuto modo di testare il prodotto in oggetto, per cortesia del grandissimo Max di Nauticamare. Numero 1!
Il Flex190 è stato immesso sul mercato in sostituzione del BZ200.
Non è costituito in Thynsulate ma in Climashield, e a differenza del 200, il quale si presenta con il suo caratteristico aspetto di piumino da sci (!!), ricorda (almeno a me!)  una tuta da operatore di pit stop di F1.
Esteticamente mi piace molto di più.
Purtroppo non ho potuto provarlo con le temperature che avrei voluto, posso però dire che dopo 60' ad una temperatura di 19/20 gradi il comfort era ancora elevato.
Ovviamente nelle prove indossavo una stagna in trilaminato. 
Conoscendomi e conoscendo le prestazioni del 200 in quanto suo ex-possessore, mediamente soddisfatto, penso che il suo limite di utilizzo dato dal suo potere coibentante faccia rimanere il Flex190 un prodotto da utilizzare nella stagione calda.
Penso che a 16/17 gradi e respirando He dopo 60' ci fa battere i denti...
Tornando all'aspetto esteriore: la cerniera frontale è decentrata, è presente una comoda tasca con zip sul petto, due tasche sulle natiche, due tasche sui fianchi, ampi elastici di tenuta su caviglie e polsi.
Non indossato al tatto sembra più ingombrante rispetto a quello che realmente è.
Indossato è come vestire un pigiama.
Comodissimo.
Sempre al tatto è percepibile, almeno da chi ha un po' di “manico” nell'analisi di certi materiali, lo spessore minimo del materiale, che agevola sicuramente nella comodità assoluta di utilizzo in tutte le fasi dell'immersione, ma come contro limita nella coibentazione termica.
L'efficacia superiore del Climashield rispetto al Thynsulate non è definibile.
Il BX200 e il Flex190 sono due prodotti simili per prestazioni, ma per tutto il resto totalmente differenti.
La differenza, a mio avviso, la fanno la comodità d'uso,l'estetica rivista, l'imgombro minore, tutto a favore del Flex190.
La cosa che apprezzo molto del nuovo prodotto è la gestione della condensa sulla superficie esterna.
La caratteristica che ho riscontrato usando i BZ è che a fine immersione la superficie della trapunta esterna rimane bagnata dalla condensa, quasi infradiciata.. Ciò non accade col Flex190, la condensa sullo strato esterno è percepibile solo al tatto e la parte interna della muta rimane molto meno bagnata.
Quindi, per concludere: ne consiglio l'acquisto? Si, è superiore al BZ200, ma non per prestazioni.

CLICCA SOTTO PER VEDERLO!

...prosegue l'update MARE DI FLORES...

Nuovo aggiornamento!!!!!!!!   MARE DI FLORES.

Inserita pagina INDONESIA.

Inserita pagina THAILANDIA.

II^ RECENSIONE MUTA STAGNA KT LEGEND DI SUBEX

Incollo una discussione scritta da me sul forum fondali.it per quanto in oggetto.


I 100 difetti che ho riscontrato negli ultimi mesi sulla Kt sono di concezione di fabbricazione e di scarsa qualita' dei materiali.
Le cuciture esterne della Kt Subex sono minime ed eseguite con filo di cotone, quello con cui nonna ci rammenda le mutande.
Le giunzioni interne sono in Aquasure, superato, usato 20 anni fa da coloro che concepivano la stagna per uso in mari dove se entrava un po' di acqua non succedeva niente. Santi e' partita con mute da lavoro usate nel Baltico, dove se entra un po' di acqua MUORI.
Lo strato esterno del Kt e' di pessima qualita': il busto sulle zone di sfregamento e' diventato da nero a bianco. Mi aspetto una lacerazione da sfregamento.
Le cuciture di giunzione ai polsi? Fanno acqua.
Le cuciture di giunzione ai flexy sole? Fanno acqua.
Come si riparano? Acquasure? Ripeto per chi non lo sapesse, e sono IN TANTI A NON SAPERLO, l'Aquasure non si ripara, quando stacca stacca, e chi in acqua ci va notera' che sulle pieghe col tempo sfoglia; il nuovo Aquasure sul vecchio non tiene, quindi o si usano prodotti industriali tipo impermebilizzanti di nuova concezione utilizzati nella coibentazione edilizia o (come me) ti bagni e ti incxxxi ad ogni immersione aspettando di comprarti una stagna seria.
Continuo? Si-Tech di scarico, ad oggi 3 su 4 mi hanno dato problemi........ancora ste Si-tech che girano...UFFFFFFFFFF
Mi irrita leggere da persone che fanno tutti gli esclusivi e i piggnolini per metodo e materiali che "tutte le stagne fanno un po' d'acqua". (senza fare citazioni, GUE DIVERS)
La stagna e' stagna, non deve fare acqua, basta, Babbo Natale non esiste...
Se mi compro 2000 euro di stagna, entra acqua e bagno 350 euro di Bz400X, mi incaxxo come un rinoceronte.
Se a voi non succede non mi tornano parecchie parecchie parecchie cose, e c'e' qualcosa che non va....
Un giudizio positivo dato all'inizio su di un prodotto e' da prendere con le pinze.
I feed back sull'efficenzza dei materiali hanno valenza concreta sull'utilizzo a lungo termine.
Tutto e' figo all'inizio quand'e' nuovo, pulito e integro.
Poi? Che succede?
Se vengono fuori difetti e cambiamenti di opinione da colui che inizialmente aveva dato un giudizio positivo, colui fa la figura del xxxxxne?
No, anzi, tutt'altro, della sua esperienza ne deve esser fatto tesoro per evitare di far spendere soldi a capocchia agli altri e a se stessi.
Concludo dicendo che c'e' molta gente che ancora blatera sulle stagne, che quando esce dall'acqua deve ancora capire se il bagnato che lo ricopre e' condensa o causa di infiltrazione, ce non sono proprio tanti, di tutti i "marchi", di tutti i metodi.

29/06/2014: AGGIORNATE LE GALLERIE FOTOGRAFICHE

RECENSIONE LATTICE HEAVY DUTY


In questi giorni per lavoro sto testando alcuni tra i migliori prodotti in circolazione per quanto riguarda le mute stagne.
Inerentementre  ai loro componenti, nello specifico polsini e collare, sono sempre stato un grande sostenitore del neoprene.
Forse perche' la prima volta che ho indossato una muta stagna questa aveva in dotazione tali elementi in lattice standard cotto e mi sono rimasti in mano, forse perche' con il neoprene non ho mai avuto problemi, forse considerata la facilita' di riparazione fai da te di quest'ultimo, ho sempre snobbato il lattice.
Alcune mute che sto testando sono dotate di polsini in lattice heavy duty.
Non ha niente a che vedere con il lattice standard su cui non voglio spendere nemmeno mezza parola in quanto dura poco ed e' delicato.
L'heavy duty si presenta come un semplicissimo foglio di gomma nera opaca dello spessore di un paio di millimetri.
Bene, per testarne la resistenza ho impiegato due giorni per riuscire a rovinare un polsino rendendolo inefficiente, sono rimasto sbalordito.
Ovviamente il test si e' basato su "azioni aggressive realistiche", e' ovvio che se prendevo un paio di forbici il polsino lo riducevo  un cumulo di coriandoli neri, ma assicuro, ed il video a seguire ne e' una breve dimostrazione pratica, che il lattice heavy duty e' veramente un prodotto eccezionale.
Resiste a taglio, senza esagerare avro' cercato di tagliarlo con un coltello almeno un centinaio di volte, il materiale veniva segnato ma non squarciato.
Resiste alla trazione, e' stato trazionato da due persone contemporaneamente e non si e' strappato.
Resiste all'abrasione, si e' bucato alla 68^ volta che l'ho raschiato su uno scoglio di arenaria con l'intento di bucarlo, con una energia tale che sentivo odore di gomma bruciata.
Impossibile segnarlo e strapparlo con le unghie.
Permette di utilizzare guanti stagni senza ghiera, quindi senza il sistema di innesto rigido fisso sulla muta , ha una tenuta stagna superiore nella parte interna del polso rispetto al neoprene, per intenderci nella zona tendinea in cui si creano vie d'accesso per l'acqua quando si flette il polso, e' di comoda vestizione e svestizione.
Quindi e' un prodotto che non posso non consigliare!
L'unica caratteristica negativa, se cosi' possiamo definirla, e' l'attagliamento: la misura va indovinata con molta precisione, un polsino in lattice heavy duty un centimetro piu' stretto blocca completamente la circolazione sanguigna alla mano, ma non ci trovo niente di drammatico nel dover fare un po' di attenzione in fase di acquisto per l'attagliamento.
A seguire video dimostrativo.

RECENSIONE T-ZIP MASTERSEAL

- archiviata -

14/03/2014:

Iniziata la stagione estiva 2014!

Primo bagno dell'annno.

08/02/2014:

Terminata la manutenzione nella gallearia 6.

15/12/2013

Aggiornata la sezione MAR ROSSO

13/12/2013

A seguire un paio di miniviedeo dell'attivita' aviolancistica svolta ad Arezzo due settimane fa.

..varie dall'Egitto...

Attivata una nuova galleria intitolata MAR ROSSO, mi vedra' impegnato per molti giorni.

http://www.solitarydiver.altervista.org/mar-rosso.html

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Diving Viaggio Nel Blu e le immersioni svolte dal 28/10/13 al 01/11/2013

Il diving Viaggio Nel Blu si trova presso il resort Gemma.
L'atmosfera che si respira presso questo centro e' proprio quella che cerco in una vacanza, caratterizzata da scioltezza, tranquillita', essenzialita'.
La sua struttura e' semplice ma molto efficiente: c'e' l'accettazione all'ingresso, un paio di uffici sulla dx, una zona lavaggio/asciugatura in una sorta di cortile alle spalle dell'accettazione, e la zona ricarica sul retro.
La stazione di ricarica e' costituita da un paio di compressori Coltri con membrana deazotizzante, quindi il nitrox che forniscono (aderiscono al "nitrox for free", nitrox a costo zero) non supera mai il 32%/34%. Sono disponibili  su richiesta mono in alluminio da 12 e da 15.
Il capo, Gildo, ha alle sue dipendenze tre giovani divers molto simpatici ed efficienti, Simona, Ilaria e Matteo. Quest'ultimo  era in trasferta, lui lavora su Sharm. E' presente in loco anche la moglie di Gildo, Silvia, gestisce le scartoffie.
Gildo e' una persona simpatica, un ragazzone alto e spigliato, molto disponibile, e dote non da poco...terribilmente sereno!! Mi ha dato carta bianca fin da quando mi sono presentato presso il suo diving con il brevetto DCSI e il tmx ipox.
Mi ha agevolato terribilmente  in tutte le immersioni lasciandomi spesso lavorare come preferisco, in solitaria. E' stato fantastico fotografare senza tener conto di niente e di nessuno solo io ... e la barriera.
Esperienza irripetibile, tranne che tornando sulla barriera..
Mi ha "tutelato" tenendomi lontano da una "banda" di divers del nord Italia che facevano solo un gran casino sia fuori che  dentro l'acqua; costoro mi hanno regalato moltissime scene ilari (ridevo per non piangere) per tutto quello che combinavano in immersione. Certa gente e' bene che rimanga nei confini nazionali al posto di prendere a pinnate il corallo o di allestire mercati rionali subacquei in situazioni che necessitano concentrazione e perizia.
Tra me e' Gildo si e' instaurato subito un rapporto di simpatia e rispetto reciproco, si e' comportato con me come io avrei voluto che si comportasse. Concludeva i briefing dicendomi "tu fai cosa ti pare...", agli altri "..lui (indicando me) non guardatelo...." . Era come se avesse capito fin da subito che tipo fossi e cosa cercavo.
Fantastico.
Inoltre, cosa non da poco, si e' preoccupato personalmente per il benestare della mia lady e mi ha agevolato quando me la portavo al seguito alle immersioni, lei non e' una diver.
Passiamo allo staff: i ragazzi sono in gamba. Umili e sereni, non se la tirano e sanno il fatto loro. Si "sente" che amano fare il loro lavoro e che adorano e rispettano totalmente il mare. Sono giovani ed hanno tanta voglia di far bene  facendo divertire.
Gli altri componenti dello staff, il personale egiziano, e' altrettanto umile, simpatico e disponibile. Sono dei grandi lavoratori, gente seria.
Per quanto riguarda le immersioni le attivita' sono cosi' svolte: hanno una sorta di calendario settimanale prestabilito che puo' subire variazioni a seconda delle richieste della clientela.
Si possono svolgere immersioni nelle marse (baie), i golfetti sabbiosi con barriera e dx e barriera a sinx, oppure si possono fare dei full day con il classico barcone bianco.
Facendo immersioni da terra se ne fanno due nell'arco mattutino, si rientra al villaggio per le 1330, quindi si ha il tempo per pranzare e rimane tutto il resto della giornata libero da passare in spiaggia.
In caso di full day con la barca se ne fanno due di mattina e una dopo pranzo, rientro al resort per le 17/1730.
A tutte le escursioni subacquee possono partecipare anche i non sub, tranne che a Elphistone.
Dimenticavo, la partenza dal diving e' sempre tra le 0830 e le 9.
I trasferimenti alle marse o ai punti di imbarco avvengono tramite navette e sono molto veloci.
Davanti al resort non e' possibile immergersi perche'tutta l'area  e'  protetta.
[Aneddoto che mi e' appena venuto in mente: io e la mia lady siamo riusciti a farci cazziare da due militari armati di AK quando abbiamo fatto snorkeling fuori dal villaggio in un'area off limit.]
La marsa piu' vicina, Fakir,  e' a 5' a sud, il punto piu' lontano che ho raggiunto e' il punto di imbarco per Elphistone a 40' a nord del resort.
Ho fatto nove immersioni tra cui Shaab Samadai Ovest, Shaab Samadai Sud, Shaab Osami Elphistone nord, Shaab Osami Elphistone sud, Marsa Shagra house reef nord, Marsa Nakari sud, Marsa Nakari nord, Marsa Fakir sud, Marsa Fakir nord.
La profondita' maggiore che ho raggiunto e' stata quella di -43.3 a Elphistone nord, una delle immersioni piu' belle della mia vita! Fantastica. Ma anche le banalissime immersioni da terra sono molto interessanti.
Parliamo di prezzi: piu' immersioni si fanno e meno si paga. Non ci sono pacchetti.
Al costo delle immersioni che e' a parte vanno aggiunti gli extra quando previsti: es. Elphistone +45euro, Dolphin House +60euro... ecc..ecc..
I prezzi non sono bassissimi ma Gildo mi ha riservato un trattamento ultra-vantaggioso, si e' sarcasticamente giustificato al momento del saldo da parte mia affermando che l'unico lavoro che gli ho procurato era quello di fornirmi la bombola... :)
Concludo descrivendo il mio equipaggiamento: pinne lunghe da apnea, bermuda in spaccato, canottiera in spaccato, maschera, gav, octopus, computer, 12l in alluminio, 4 kg di zavorra: ero praticamente nudo!!
BELLISSIMO!
..........e pensare che gente di quel "gruppone di subacqueoni" aveva la semistagna da 4mm.....
Ma ditemi, con 27 gradi di temperatura esterna e 27 gradi di temperatura in mare a tutte le profondita', come dovevo vestirmi?

Recensione GEMMA EDEN VILLAGE


Sono appena rientrato da un periodo passato in Mar Rosso, ho soggiornato nel resort in oggetto.
E' situato a 95km a sud dall'aereoporto di Marsa Alam e a 120km a nord di Berenice,  nel parco marino  protetto di Wadi el Gemal.
Il resort e' di recentissima costruzione ed e' sviluppato in lunghezza cosi':
- zona abitativa
- zona comune centrale
- zona mare
Zona abitativa: e' caratterizzata da 6 blocchi di camere di due piani. Ogni blocco ha la sua piscina interna circondata da palme, piante, ghiaino.
In quest'area ci sono 2 bar distanti dal resto del resort e una grande piscina molto bella.
Ogni blocco abitativo e' circondato da piante, siepi e prati molto ben curati e colorati.
Zona comune centrale: qua troviamo la reception, l'infermeria, il ristorante a buffett ( molto capiente e molto ben curato ), l'internet point, l'assistenza, e una serie di negozietti gestiti da egiziani tanto simpatici quanto tremendi che ti venderebbero la ricotta per nutella. Poco piu' verso il mare ma sempre in questa area comune c'e' la piscina principale. Nelle sue vicinanze e' presente la spa, il diving, un bar,  il ristorante alla carta, altre due piscine minori. Questa zona e' tutta circondata da piante anch'esse molto curate.
Proseguendo tra la piscina e la spiaggia c'e' l'area beach volley.
Zona mare: la spiaggia e' molto spaziosa. Ogni postazione e' dotata di ombrellone fisso, paravento e lettini (molti rotti).
Piu' a sud c'e' anche una spiaggia relax, praticamente in pieno deserto, lontana da qualsiasi rumore o attivita', molto "selvaggia" e rilassante.
Il mare e' molto bello, davanti al resort c'e' una sorta di laguna dai colori maldiviani, la barriera corallina e' lontata, raggiungibile  e oltrepassabile solo con mare piatto. Non ci sono pontili perche' l'area e' protetta.
Il colpo d'occhio e' veramente forte, molto bello, anche se sono acque delimitate l'area e' molto vasta e si possono vedere moltissime varieta' di pesci di tutte le forme e colori, trigoni, murene e tonni compresi.
A sud e a nord la spiaggia prosegue all'infinito.
Veniamo ai dettagli: ho alloggiato nel blocco 1, il piu' centrale insieme al 2.
Sconsiglio il piano terra, tutti ti vedono dentro la camera, e sconsiglio blocchi piu' distanti dalla parte centrale, si cammina...si cammina...e si cammina...
La mia stanza era molto spaziosa, posta la primo piano, cosi' a spanne sara' stata 7m*5m, era una quadrupla.
Il bagno ed il box doccia erano altrettanto comodi e spaziosi.
La camera era dotata di tutti i confort necessari perfettamente funzionanti.
Non era perfetta nell'estetica ma era molto molto comoda e sempre pulita a regola d'arte.
La pulizia di questo resort e' la caratteristica principale.
Per terra non trovi nemmeno un capello in qualsiasi ambiente tu vada: eccellente.
Tutto viene continuamente pulito, ogni singolo centimetro!!
Parlando di altro...,le zone giardino sono perfette e curate quotidianamente.
Per quanto riguarda il cibo il ristorante a buffett e' di ottimo livello.
Si puo' mangiare in bianco come non. Sono sempre presenti verdure crude, un paio di primi caldi, uno freddo, 4 o 5 portate di carne o pesce, 4 o 5 portate di contorni caldi/freddi,  dolci a volonta', senza dimenticare la frutta.
La qualita' del cibo e' alta, si mangia benissimo e senza limiti, il capo cheff e' sempre presente per coordinare la grande squadra della cucina e della sala, grande sia per numerico che per qualita' del servizio erogato.
Unico neo dei camerieri, come finisci una portata nel giro di 5 secondi vengono a toglierti il piatto da sotto al naso, intorno al terzo giorno la cosa inizia a diventare fastidiosa... Vabbe' ma queste sono bischerate!
Il personale egiziano e' molto curato nell'aspetto, garbato nei modi, sempre disponibile, danno tutti l'idea di essere delle brave persone.
Una cosa che non brilla in questa struttura e' l'animazione: ok che questo e' un resort da famiglia, ok che Marsa Alam e' una destinazione che si raggiunge per rilassarsi, ok tutto, ma l'animazione e' veramente scarsa!!!!
Di giorni le attivita' sono: torneo di scala 40......freccette......acqua gym......pilates...........
Dopo cena dalle 2130 alle 2230 c'e' sempre un inutile e mediocre spettacolino...............e poi uno va a letto.
Animazione inesistente e per nulla coinvolgente.
Le escursioni proposte non sono gran che, al Gemma si trova bene chi come me va li' per fare tante  immersioni.

Voto complessivo in una scala da 0 a 10: 9

 

La situazione dell'area dove sono stato scarrozzato in lungo e in largo e' molto tranquilla e distesa, tutto quello che i media c'hanno fatto credere con quello che e' successo ad Agosto sono tutte fregnacce!

E' vero che ci sono stati disordini,interni,....MA AL CAIRO!!!....ci siamo dimenticati del nostro G8 a Genova? E dei disordini dei NOTAV che diciamo?

Andate in Egitto serenamente...!

21/09/2013: Una giornata speciale

Da oggi ho dei nuovi amici, ringrazio Panfilo Pulsoni per avermi "accolto" nella prorpria "cricca".

29 Settembre 2013, La Réunion

- archiviata -

AGGIUNTA GALLERIA FOTOGRAFICA DEDICATA ALLE MEDUSE

..e c'e' la gente che paga per andare in Sardegna, sotto uno scorcio di Calafuria.

(clicca la foto!)

Seguito della recensione sui guanti WATERPROOF G1 Kev.5 dita

- archiviata -

Aggiunta sezione STORIE DI IMMERSIONI

Mister SolitaryDiver

Aggiunta sezione I MIEI VIAGGI

Tuscany In Time Lapse

Segnalo una delle ultime opere di un mio stimatissimo collega.

Il video in questione e' un breve documentario di immagini montato con la tecnica del time lapse.

E' un'opera che riesce a toccarmi nell'animo, la tecnica e' stata eseguita in maniera eccellente e la scelta della musica non poteva essere piu' azzeccata.

E' un video che riesce a far assaporare un po' della regione in cui viviamo.

Ci sarebbe molto molto altro da mostrare, la Toscana e' di una varieta' assoluta, ma gia' solamente questi 5' di video danno molto da intendere.

Eccovi il link: http://vincenzobernardi.altervista.org/VBspace/Videos.html (sconsiglio la visualizzazione a schermo intero)

Complimenti Vincenzo.

Recensione  Sottomuta KWARK Acqua Shell.

- archiviata -

06/06/2013: incidente con ossigeno puro

Di seguito e' possibile aprire un'immagine che non ha bisogno di commenti.

Quello fotografato e' il mio manometro della mia decompressiva dell' ossigeno puro,  mi e' esploso in faccia all'apertura della bombola per il controllo pre-immersione, stamani prima di tuffarmi sul Bolzaneto.

Nessuno si e' fatto male.

La deflagrazione con la fiammata e' avvenuta che avevo ancora la mano sulla rubinetteria, ho avuto l'istantaneo riflesso incondizionato di chiudere immediatamente la valvola.

Poteva succedere molto molto di peggio visto che nel metro quadro dove era posizionata la bombola c'erano 3 bibo 12+12, un reb.Meg., altre 6 decompressive.

Se la mia s40 di O2 fosse esplosa molto probabilmente le altre avrebbero fatto altrettanto per simpatia, e credo che non sarei qui a scriverlo.

Non mi e' ancora chiara la causa della deflagrazione, l'unica spiegazione puo' essere attribuibile alla combustione degli o-ring dello swivel o alla combustione dell'ossido formatosi nel tempo.

L'erogatore e' sempre stato ad uso esclusivo della decompressiva che ha sempre contenuto ossigeno puro caricato per travaso, quindi e' impossibile che possa esser stata contaminata.

Inizialmente e' stato additato chi mi ha venduto il manometro, ma poi a mente fredda, pur sapendo che sto qua ne ha fatte e ne fa di cotte e di crude, la supposizione non ha piu' avuto senso in quanto il manometro e' quello che tutti i commercianti di equipaggiamento subacqueo vendono!!!!

Ricordiamoci, io per primo, che con l'ossigeno ci si puo' fare molto molto male, a volte c'e' un po' di inutile disinvoltura che potrebbe essere evitata per guadagno in sicurezza per se stessi e per gli altri.

Clicca sull'iimagine sottostante.

Non solo immersioni: 02/06/2013 scalata del Monte Macina

 

E' considerata la vetta piu' impegnativa delle Apuane.

Non e' alto, 1560 slm, ma dal versante dal quale lo abbiamo attaccato e' molto molto rognoso da scalare.

1200m di dislivello a salire e a scendere, con brevi tratti di sentieri nel bosco, tutto il resto una piatraia e una franata continua.

Di quei 1200m almeno 800 sono stati fatti a quattro zampe a salire e a scendere, questo per rendere l'idea della pendenza.

C'abbiamo messo 9h con una pausa di 15' a salire e una di 30' in vetta. Ero col CAI di Pisa, assetto da escursionismo, ma non nego che in alcuni punti era da ferrata o arrampicata.

Dalla vetta uno spettacolo unico: il mare di nuvole si stendeva sotto di noi!

Meraviglioso ma....povere articolazioni.......!

Non sono un novizio di montagna, ho scalato in cordata coi ramponi il Ghiacciaio della Marmolada, quello di Passo del Tonale, ho risalito in ferrata le Cime di Lavaredo per scenderne in corda doppia, qualcosina so fare, ma questa banale salita e discesa e' stata una delle piu' massacranti che abbia mai svolto!

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16/12/2012 - NON SOLO SUB, TRASFERTA IN VAL D'AOSTA

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RECENSIONE KT LEGEND DI SUBEX

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RECENSIONE DSLR Nikon D7000

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CHINCH HALCYON SYSTEM

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16/10/2012 - Scaricabile nella sezione DOCS il file riguardante la normativa di progettazione, costruzione e verifiche di approvazione e revisione delle bombole.

29/09/2012 - Recensione Nikkor 105 micro 2.8 AF-S IF G ED VrII

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